MANTOVA: NELLE TERRE DEI GONZAGA UNO STUPEFACENTE TERRITORIO CAPACE DI RISERVARE GRADEVOLISSIME SORPRESE.
“QUESTA E’ UNA BELLISSIMA CITTA’ E DEGNA C’UN SI MOVA MILLE MIGLIA PER VEDERLA” Così il Tasso nel XVI secolo declamava la bellezza di una delle più incantevoli città italiane, Mantova niente di più vero…… meta obbligata per chi vuole arricchire il suo percorso culturale, per una vacanza fuori dell’ordinario, come una gemma rara incastonata perfettamente in un intarsio paesaggistico che secoli e secoli fa già incantava i suoi visitatori, quasi fosse una nuova Atlantide emersa dalle acque, in una atmosfera che particolarmente in questo periodo dell’anno, turismo d’elite magari… fuori dalle obbligate e impersonali partenze estive, dicevo… ci regala un panorama magico di colori caldi, di forti emozioni.
Mantova, seducente di scenografica bellezza racchiusa a semicerchio da un vasto lago cingente la città da nord a est. Città d’acqua, già Montesquieu vi riconosceva “una seconda Venezia”, un viaggio a ritroso nel tempo in un contesto ineluttabilmente e costantemente coerente al suo vissuto storico. Di forte impatto sicuramente il suo presentarsi al viaggiatore. La striscia di terra che consegna la città con la sua storia vi condurrà in un imponente paesaggio in cui vi sentirete immersi e aggiungo protagonisti della “Storia”.
La città ha aspetto severo e grandioso, vi contribuisce la collocazione paesaggistica ma tanto più l’assetto urbanistico rispettoso secondo gli studiosi del vecchio tessuto urbano medioevale costellata di raffinati palazzi e monumenti di una eleganza senza eguali, simbolo di quel potere signorile che fu protagonista per secoli nella città. Il castello di san Giorgio che si staglia nel primo approccio con grande forza, e poi la bellissima Piazza Sordello teatro della cruenta battaglia che consegnò Mantova ai Gonzaga, ma anche rivissuta come il centro delle più belle feste e tornei cavallereschi. Nel passeggiare magari nella quiete di un primo mattino autunnale osservando le ferite della storia sui muri e quei ciottoli consumati dal tempo, ci sembrerà quasi di sentire lo stridulo suono delle spade, delle armature, lo scivolare setoso dei splendidi e ricchi drappeggi delle dame, questo genere di affari erano davvero importanti non si badava a spese, questo era il palcoscenico del potere e qui si esprimeva la magnificenza dei Signori.
I suoi gioielli architettonici, come il teatro “scientifico”di Bibiena (1769), più che un teatro un prezioso ricamo ligneo foderato di velluto rosso, l’ambiente sembra raccolto, raffinatissimo, circondato da palchetti, lo inaugurò un Mozart appena quattordicenne, e da allora il teatro divenne il fulcro di molte iniziative culturali che proseguono sino ad oggi (info.0376/327653). E poi il prezioso Palazzo Te (esso doveva rappresentare una raffinata villa in periferia per l’ozio e per il piacere), che esprime magistralmente il gusto di Federico II Gonzaga e la progettualità unica del Giulio Romano. Rimarrete stupiti dalla bellezza delle sale, la Sala dei Cavalli, la Sala di Psiche , se vi soffermerete sarete posseduti dalla raffinatezza dei colori e il gusto eccelso nella raffigurazione delle figure. E poi a conclusione un capolavoro d’eccezione il Palazzo Ducale, riduttivo chiamarlo palazzo con i suoi 34.000 metri quadrati oltre 500 ambienti, con 15 fra cortili piazzette giardini anche pensili, una specie di grandiosa summa del Gotico, del Rinascimento, del Manierismo italiani. Se poi si immagina poi che questo complesso storico – monumentale era abitato nei suoi giorni migliori da circa mille persone, brulicante alveare di lavoro, di servizi, di riti, di feste, di intrighi, di cantieri artistici la Reggia ci apparirà come una città nella città.
Ma la Mantova antica e memorabile di un viaggiatore incontra in quest’alba del terzo millennio l’eredità dei Gonzaga, Gonzaga teniamolo a mente un nome emblema della città La dinastia che durò quasi quattro secoli dal 1328 al 1707 per l’esattezza, permise di celebrarsi riccamente con splendidi monumenti, chiese, palazzi, operando profondamente alternando modelli della Firenze medicea o della Roma dei Papa.
I secoli del Rinascimento segnano per Mantova un’epoca di eccezionale splendore, di floridezza economica, artistica e letteraria. Per merito di Gian Francesco Gonzaga, marchese nel 1433, la città assunse il rango di capitale principesca, cui la scuola umanistica di Vittorino da Feltre, l’attività costruttiva di Leon Battista Alberti e del Brunelleschi, l’arte pittorica del Mantenga, diedero vasto eco in tutta Europa.
Ludovico II statista lungimirante, politico pragmatico, sagace uomo d’armi, eresse gli emblemi della sua gloria, facendo addirittura pavimentare la città, alzando il palazzo del mercato e i portici di palazzo del podestà e nuove chiese tra cui la basilica di san Andrea e san Sebastiano, progettate entrambi da Leon Battista Alberti conciliando con ambiguità suprema il ruolo di mecenate con quello di capitano di ventura. Appare come il padre fondatore della dinastia e come tale si lascia celebrare dal Mantengna l’iniziatore del Rinascimento in Veneto e il rinnovatore della pittura nell’Italia settentrionale.
Se l’aspetto culturale (Informazioni e Accoglienza Turistica IAT, piazza Mantenga 6. tel.0376-432432 www.turismo.mantova.it ) è sicuramente affascinate anche l’aspetto gastronomico di Mantova e provincia non lo è da meno, dal torrone ai classici tortelli di zucca, dal risotto al tartufo mantovano, (non dimentichiamo a questo proposito che nella zona a confinante con la provincia veronese, si è consolidata nel corso degli anni la cultura del riso con la produzione di una delle qualità di riso più apprezzate “Vialone Nano” base di motti piatti tipici del mantovano) ai classici e squisiti gnocchi di zucca, ai capunsei, e come non menzionare la ben nota sbrisolona torta estremamente friabile, di origini antichissime. Spero proprio di aver sollecitato la vostra curiosità, questo viaggio virtuale non è che un piccolo assaggio di tutto ciò di cui potrete godere.
A conclusione una citazione del grande Gianni Brera….. “Si arrossò lievemente il cielo a oriente, e come per incanto mi apparve il tenero e cordiale profilo di Mantova. Apparizione quasi irreale.”
Simonetta Alfaro
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