DIETA VEGETARIANA (LATTO, OVO, VEGETARIANA), ASPETTI POSITIVI E INTRODUZIONE NELLE SCUOLE. PROPOSTA DELLA L.A.V.
L’argomento alimentazione in genere ha suscitato per millenni interrogativi diversi, in particolare i primi uomini si nutrivano di radici, bacche, frutta, semi e verdura, successivamente l’alimentazione si estese alla carne cruda, infine col passare del tempo l’uomo diventò pastore e poi agricoltore. Imparò ad accendere il fuoco e cominciò a far arrostire le carni e ad abbrustolire i semi e le bacche. Le carni o i semi erano cotti direttamente sulla brace o sulla cenere e arrostiti su pietre riscaldate. L’uomo imparò anche ad utilizzare il miele e il sale per migliorare il gusto dei cibi.
E’ quindi difficile, se non impossibile, oggi – dopo millennni alimentazione carnivora – per un neo genitore essere messo nelle condizioni di non poter trasmettere al proprio figlio la propria cultura, in particolare quando si tratta di una cultura non violenta, di rispetto verso se stessi, gli altri e l’ambiente. Questo, oggi accade a molti genitori vegetariani, che consultandosi con il loro pediatra attendono consigli su come pianificare l’alimentazione di propri figli e che purtroppo vengono spesso scoraggiati e messi in guardia su possibili pericoli che questa scelta potrebbe comportare.
Il coraggio della Lav che ha lanciato la prima “rete” di genitori vegetariani attraverso il neogruppo ‘Mammeveg’ su Facebook. , ” suscita speranze per il futuro, infatti informa che: “se nel Comune di Roma l’opzione vegetariana è stata introdotta ormai da dieci anni- segnala la Lav- in altre zone invece questo non viene previsto neanche su richiesta, come in Emilia Romagna”.
In altri posti, “addirittura si pretende un’autocertificazione dei genitori richiedenti un menù vegetariano, per sollevare la mensa da eventuali problemi di salute”. Questi fattori “sono indice di una preoccupante ignoranza- stigmatizza l’associazione animalista- e a volte di vera e propria demagogia, non accettabile da parte di soggetti preposti alla gestione delle mense pubbliche”.
Anche la Costituzione, all’articolo 2, “tutela il rispetto dei convincimenti dei singoli come base del rispetto della persona umana e della sua dignità” ed ancora nell’articolo 32 “tutela la salute come fondamentale diritto dell’individuo e interesse della collettività- sottolinea Roberta Bartocci, responsabile Lav settore Vegetarismo- a questi principi fondamentali si ispira la proposta di legge 1467 ‘Norme per la tutela delle scelte alimentari vegetariana e vegana’ e la petizione della Lav con cui si chiede alle amministrazioni locali di integrare l’offerta delle mense con piatti vegetariani e vegani”.
“L’idea di queste due iniziative – continua Roberta Bartocci, - ‘informative’ nasce dalle segnalazioni di difficoltà di genitori di bambini vegetariani che si sono rivolti alla LAV perché non supportati o, addirittura, spesso scoraggiati dal proprio medico pediatra, evidentemente disinformato, sul fantomatico rischio che l’alimentazione vegetariana comporterebbe per la salute di un bambino. Al contrario, la letteratura scientifica è ricca di studi sui benefici dell’alimentazione vegetariana anche per i più piccoli”.
Svezzare un figlio vegetariano richiede quindi delle più che buone conoscenze dell’argomento oppure si rischiano pericolosi fai da te. Anemia e limitato accrescimento sono di solito gli argomenti con cui i pediatri mettono in guardia i genitori paventando ipotetici rischi di un’alimentazione vegetariana in età infantile.
Anche il Parlamento nella scorsa legislatura (XV^ atto n. 1467) con un proposta di legge “Norme per la tutela delle scelte alimentari vegetariana e vegana ” presentata dalla Sen.ce Valpiana la quale nell’introduzione del disegno di legge così motiva: “Scegliere l’alimentazione vegetariana o vegana rappresenta un importante passo per bandire dalla nostra vita la violenza verso miliardi di animali e verso l’ecosistema. La maggior parte degli animali destinati alla produzione di carne per l’alimentazione, infatti, sono confinati in allevamenti intensivi, chiusi in gabbie o strutture anguste che non consentono loro neanche la più elementare libertà di movimento, senza la possibilità di uscire all’aperto e di godere della luce del sole”.
Secondo alcuni, infatti gli animali a sangue caldo, vale a dire tutti quelli riscaldati dal sole, nell’ istante in cui vengono uccisi, soffrono terribilmente, e sembra che anche l’uomo, nell’atto di mangiare quella carne assorbe la sofferenza dell’animale ucciso. Ma la proposta della senatrice espande l’orizzonte anche agli animali acquatici infatti prosegue: “Solo in Italia il consumo alimentare determina la morte di oltre 600 milioni di animali da terra e di un incalcolabile numero di animali acquatici (pesci, molluschi, crostacei). Gli allevamenti intensivi, inoltre, costituiscono una delle principali fonti di inquinamento delle falde acquifere e dell’atmosfera. Bandire dalla propria tavola gli alimenti di derivazione animale è una scelta di rispetto non solo dei diritti degli animali, ma anche di protezione e tutela dell’ambiente. Lo stile di vita vegetariano o vegano (che esclude dalla dieta tutti gli alimenti di origine animale, come le uova e il formaggio) contribuisce anche a promuovere una più equa distribuzione delle risorse che potrebbe contribuire a combattere la fame nel mondo”.
Gli studi scientifici sul tema dell’alimentazione vegetariana in età pediatrica, confermano i benefici di questa alimentazione, che garantisce un normale accrescimento dei bambini.
L’argomento è stato affrontato solo relativamente di recente dalla letteratura scientifica: in Europa la prima ricerca sull’argomento venne eseguita proprio in Italia dal dott. Luciano Proietti presso la clinica pediatrica dell’Università di Torino, a metà degli anni ‘70.
In questo studio venne valutato l’accrescimento in peso e in altezza di 50 bambini lacto-ovo vegetariani tra gli 1 e i 12 anni e venne confermato, per la prima volta scientificamente, che l’alimentazione vegetariana garantisce un normale accrescimento.
Lo studio rilevava anche che i bambini vegetariani hanno mediamente più massa muscolare in proporzione rispetto a quella grassa: aspetto in grado di proteggere i bambini dall’obesità in età infantile e forse anche in età adulta. Questi elementi sono stati confermati anche da studi successivi e anche da studi molto recenti svolti presso la Loma Linda University (California).
Alla luce di diversi studi, la presa di coscienza della popolazione ha fatto conoscere che la scienza, sia ufficiale che indipendente, riconosce ad un’alimentazione vegetariana e vegana ben bilanciata la capacità di favorire un migliore stato di salute rispetto alla dieta che include carne (83 chili l’anno pro capite) o pesce (oltre 20 chili l’anno).
È dimostrato che una dieta vegetariana, ricca di frutta e verdura, protegge dalle malattie cardiovascolari e diminuisce del 24 per cento la probabilità di infarto, una delle principali cause di morte nei Paesi occidentali, favorita da un’alimentazione troppo ricca di grassi e proteine animali.
L’incidenza dei tumori più diffusi (colon-retto, mammella, prostata, pancreas) è molto più alta tra le persone che si nutrono di alimenti animali (70 per cento delle persone colpite da queste patologie) piuttosto che tra i vegetariani (solo il 30 per cento). I vegetariani occidentali hanno inoltre una più bassa incidenza di obesità e diabete in confronto agli onnivori. In Italia sta rapidamente aumentando il numero dei vegetariani e dei vegan: negli ultimi anni, a partire dal 2002, sono raddoppiati, passando da 3 a 6 milioni.
Non solo l’assunzione di carne – come sostiene la L.A.V. – provoca anche danni per l’ambiente gli allevamenti sono responsabili dell’inquinamento di falde acquifere e mari e contribuiscono all’effetto serra. Il 18% delle emissioni di gas serra, più di quanto prodotto dai trasporti umani, deriva dagli animali allevati, come indicato nel rapporto FAO del 2007 “Livestock’s long shadow”. Agli allevamenti è imputato il 64% delle emissioni di ammoniaca a livello mondiale, ed essi contribuiscono in maniera determinante alla formazione delle piogge acide. Ogni hamburger comporta inoltre la distruzione di cinque metri quadri di foreste: per fare spazio agli allevamenti sono già scomparsi migliaia di ettari di foreste tropicali.
I cittadini attendono quindi che la proposta di legge confermi le ricerche e si traduca in norme che, oltre a svolgere un opera di informazione, si traduca in atti concreti per migliorare il futuro delle nuove generazioni.
Giorgio De Santis
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