MOLTE ASSOCIAZIONI IN PIAZZA CONTRO LA PRIVATIZZAZIONE DELL’ACQUA.
IN DECINE DI CITTA’ CONCERTI E BANCHETTI INFORMATIVI.
Decine di migliaia di cittadini sono scesi in piazza il 4 dicembre per difendere l’acqua pubblica. In tutta Italia infatti c’è stata una mobilitazione nazionale per l’acqua, indetta dal Forum Italiano dei Movimenti per l’Acqua.
Liberta’ di rubinetto. La rivendicano ”per un bene primario, l’acqua, che deve restare pubblico” – sostengono i cittadini e Forum dei movimenti pro-referendum – scesi in piazza a Roma come in decine di altre citta’ e con un presidio studentesco a Foligno, per scandire, sotto centinaia di palloncini blu a simboleggiare le gocce del patrimonio idrico a rischio di volar via, che ”l’acqua e’ un diritto. La privatizzazione ce lo toglie. Fermiamoli”.
Una mobilitazione straordinaria per chiedere, a nome del milione e quattrocentomila sottoscrittori dei referendum, la moratoria immediata sulle scadenze del Decreto Ronchi almeno fino al voto referendario; per il diritto la voto referendario entro il 2011; per protestare contro l’abolizione degli Ato, per dimostrare vicinanza ai movimenti che da tutto il mondo sono arrivati a Cancun per il controvertice mondiale sul clima (con cui diverse piazze si sono collegate durante le manifestazioni).
Dalla Sicilia al Piemonte, alla Calabria, alla Toscana, al Veneto, alla Campania, Umbria, Emilia-Romagna sono intervenuti e la, mobilitazione è stata diffusa, nelle grandi e piccole città. Ovunque cortei, concerti, eventi per chiedere che l’acqua resti pubblica, contro ogni forma di privatizzazione.
A Roma in Piazza Santi Apostoli si sono svolti spettacoli e testimonianze dopo la critical mass ciclistica della mattina; a Firenze qualche migliaio persone hanno percorso le vie del centro al suono dei tamburi della Bandao; a Bologna il corteo dei manifestanti è partito dalla sede dell’azienda Hera e si è diretto verso il centro, ai circa tremila del corteo dell’acqua si è unito quello degli studenti; a Venezia, nonostante l’acqua alta, circa duemilacinquecento persone, stanno sfilando per le vie del centro tra la curiosità di turisti, mentre nella stessa mattinata del 4 dicembre, grande successo per la gondolata che ha visto diverse imbarcazioni sfilare con striscioni pro acqua pubblica; a Napoli circa tremila persone hanno percorso le vie della città. Tanti i sindaci in piazza, tanti i gonfaloni degli Enti Locali.
Le mobilitazioni di oggi hanno anche lanciato una grande campagna di autofinanziamento in vista della campagna referendaria (maggiori informazioni su www.referendumacqua.it).
Ancora una volta il popolo dell’acqua si è mobilitato e ha dato vita ad una splendida dimostrazione di vitalità e di partecipazione.
Oggi, come sempre, si scrive acqua, si legge democrazia.
Questo lo slogan portante della manifestazione a Roma, scandita al grido di ”acqualecosto” dei molti presenti all’iniziativa. Il nucleo principale della protesta riguarda il cosiddetto decreto Ronchi, che – ad avviso del Comitato sul Referendum per l’acqua pubblica – ”negherebbe il diritto alla ‘pubblicizzazione’ della risorsa”.
Anche diversi esponenti della politica hanno aderito all’iniziativa e sono scesi in piazza. Sempre a Roma gli esponenti del Sel, Paolo Cento e Loredana De Petris della presidenza nazionale di Sel – Sinistra Ecologia Liberta’ hanno dichiarato ”La moratoria sul Decreto Ronchi e’ un atto di democrazia e di rispetto per evitare di pregiudicare l’effetto del referendum abrogativo che dovra’ tenersi la prossima primavera”, su richiesta di un milione e 400mila firmatari.
Anche i verdi hanno affermato: ”Noi Verdi – dichiara il presidente Angelo Bonelli – abbiano scritto al governo e ai presidenti di Camera e Senato per chiedere l’immediata sospensione del decreto Ronchi”. ”Una battaglia di democrazia che va assolutamente vinta”, scrive nel suo blog Luigi De Magistris, eurodeputato Idv. Per l’ex pm, ”e’ importante, in attesa del referendum, ottenere la sospensione di tutti i processi di privatizzazione in atto e la moratoria sulle scadenze del decreto Ronchi”.
Di parere opposto il vicepresidente di Federutility Mauro D’Ascenzi: ”il secondo quesito – afferma – potrebbe portarci a una situazione da Corea del Nord o forse da Iran, che obbligherebbe alla sola forma pubblica, mentre con il terzo quesito si avrebbe il blocco degli investimenti” dal momento che sarebbe ”assurda” la richiesta di ”far gravare la gestione sulla fiscalità generale”.
Insomma, sintetizza D’Ascenzi, ci ritroveremmo di fronte ”a un rischio per il settore idrico”; ”e’ sbagliato pensare che dal 2012 ci sara’ una totale gestione privata” continua il vicepresidente di Federutility, nel sottolineare che ”e’ ormai un anno che il decreto Ronchi viene analizzato in tutte le forme e dovrebbe essere chiaro che l’obbligo di affidare mediante gara, non significa necessariamente privatizzare”.
La contestazione contro la privatizzazione dell’acqua e’ diventata transnazionale in virtu’ del collegamento effettuato nel pomeriggio con Cancun, in Messico, dove e’ in corso la Conferenza Onu delle Parti sul cambiamento climatico e dove dovrebbe iniziare anche un contro-vertice dei movimenti mondiali per la giustizia ambientale. In questa sede verrà chiesta ”una moratoria immediata alla privatizzazione dell’acqua” e, più in generale, ”lo stop alla mercificazione” della risorsa.
Giorgio De Santis
Fonti: Ansa e Forum dell’Acqua
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