RIFIUTIRIFIUTI ELETTRONICI ITALIANI SPEDITI IN INDIA

PROBLEMA SMALTIMENTO E “AUMENTO POSTI DI LAVORO” – I CARABINIERI DI VENEZIA SVENTANO 15 CONTAINER.

Il corretto recupero delle materie prime e seconde potrebbe aumentare i posti di lavoro, smaltendo i rifiuti derivanti dai prodotti elettronici. Questa pratica diffusa però mette in pericolo l’ambiente e la salute.

In Europa esiste una legge sul recupero dei rifiuti elettronomici, classificati con l’acronimo Raee. Batterie e telefonini, lavatrici e lampadine, laptop e tostapane, uforobot comprati all’area di servizio e televisori: sono i rifiuti elettrici ed elettronici che, per legge, dovremmo raccogliere e riciclare. Rifiuti che oggi rappresentano una voce importante sul totale di materiale che viene gettato via ogni anno.

Non deperibili nè biodegradabili, anzi, spesso contenenti materiali tossici, i resti della nostra corsa alla tecnologia aumentano sempre più nelle discariche, ma non solo.

La direttiva europea RAEE (2002/96/CE) Rifiuti da Apparecchiature Elettriche ed Elettroniche si pone l’obiettivo di diminuire il volume dei rifiuti derivanti da apparecchiature elettriche ed elettroniche a fine vita, riducendo contemporaneamente l’immissione nell’ambiente delle sostanze pericolose vietate dalla direttiva ROHS.

La normativa prevede che a fine vita alcune apparecchiature elettriche ed elettroniche non possano essere conferite in discarica ma debbano essere gestite da un sistema che preveda la loro raccolta separata e uno specifico trattamento di reimpiego, riciclaggio o altre forme di recupero per prodotti finiti, componenti e materiali. In questa ottica, la direttiva 2002/96/CE incoraggia le aziende a promuovere modifiche in sede di progettazione dei prodotti che rendano le apparecchiature più semplici da smaltire, recuperare e riciclare. Secondo i dettami della RAEE il produttore deve provvedere al finanziamento della raccolta e del trattamento delle apparecchiature elettriche ed elettroniche a fine vita.

Dall’inizio del 2008, 850 mila tonnellate di rifiuti pericolosi e difficili da smaltire non saranno più esclusiva competenza dei Comuni. Entrerà infatti in azione il decreto legge 151 del 2005, che si occupa dei Rifiuti di Apparecchiature Elettriche ed Elettroniche (in sigla RAEE). Dopo ben tre rinvii anche il Bel Paese recepirà questa normativa europea risalente al 2003, portando novità e cambiamenti per tutti gli attori coinvolti nella filiera: produttori, distributori, consumatori e Comuni.

Non sempre però,  anche la più rigida e controllata politica di trattamento ed esportazione non è sufficiente ad arginare la crescita di questo tipo di materiali in giro per il mondo.

Di recente, i carabinieri del Noe di Venezia hanno bloccato e sequestrato a Marghera quindici container contenenti in tutto 320mila rottami di vetro. Per la precisione, bulbi catodici di apparecchiature elettroniche fuori uso. 

“I container erano pronti per essere esportati in India con la qualifica di materia prima seconda – ha spiegato a e-gazette il luogotenente Lagattolla, comandante del nucleo operativo ecologico di Venezia – , senza aver subito i trattamenti necessari. Il vetro era stato frantumato per cercare di ingannare i controlli”.

Si tratta di un evidente tentativo di sottrarsi alla normativa sull’esportazione di rifiuti, piuttosto onerosa.

Attualmente il reimpiego di tali materiali si ferma ad 1,15 kg per abitante (67 mila tonnellate) e secondo le nuove norme si sarebbero dovuti raggiungere i 4 kg entro il 2008, facendo uscire 240 mila tonnellate di rifiuti pericolosi dalle discariche tramite recupero, reimpiego o riciclo. Questi apparecchi infatti, pur rappresentando un piccolo volume rispetto al complesso dei rifiuti, sono tra i più inquinanti e pericolosi per l’ambiente, essendo costituiti anche da materiali pericolosi e difficili da trattare, come cfc, cadmio e mercurio.

I Raee contengono sostanze pericolose, come i fosfori presenti nei televisori o le sostanze lesive dell’ozono nei frigoriferi, che – se non trattati in materia adeguata – possono arrecare gravi danni per la salute e l’ambiente.

Il corretto riciclo dei rifiuti elettronici potrebbe essere anche un potenziale per la creazione di posti di lavoro, la riduzione dei gas serra e il recupero di una vasta gamma di metalli preziosi tra cui oro, argento, palladio, rame e indio.

G. De Santis

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