Il recente dibattito planetario scaturito dall’intenzione scellerata del Pastore Terry Jones di bruciare il Corano in diretta televisiva dalla Florida tentando di scatenare una potenziale Terza Guerra Mondiale e – dati gli armamentari nucleari a disposizione delle potenze mondiali – temo l’ultima e definitiva per l’intera umanità, rende l’idea di come questa era dell’informazione globalizzata mondiale sia così diffusa che ormai non ce ne accorgiamo nemmeno di quanto la tecnologia stia cambiando, il modo di pensare ed agire umano, ad una velocità così al di là della portata di tutti che le notizie “digerite” fanno parte di una storia universale diventata ormai personale.
Scrive infatti Mario Morcellini sul sito de L’Unità di domenica 12 Settembre: “Occorre prendere atto del fatto che nel nostro sistema informativo non c’è più mediazione. Gli esseri umani credono di potersi costruire in modo autonomo, con l’online o con altri strumenti, una propria mappa dell’importanza delle notizie. Questa tendenza è indubbiamente favorita da un giornalismo che offre una così modesta capacità di valutazione su cosa meriti di restare in pagina diversi giorni. Emerge un problema culturale, complessivo, della qualità delle professioni informative. Pare essere sonoramente venuta meno quella che era una professione decisiva per la lettura del mondo, per aiutare gli uomini ad interpretarlo. Oggi va per la maggiore la logica della notizia gridata, del pettegolezzo. Ma ultimamente anche in Italia vi è stato un recupero del giornalismo d’inchiesta. Quando il pubblico diminuisce si pensa che qualunque cosa possa andare bene, anche parlare alla pancia, pur di recuperarne l’attenzione. Invece, occorre puntare sulla reputazione, sulla qualità dell’informazione. La vicenda del pastore Jones è stato un detector della nostra debolezza professionale. Invece, bisogna evitare di cadere nella trappola di seguire per forza gli altri media. I media si salvano se smettono di farsi la fotocopia l’uno con l’altro. Capisco l’ossessione di non bucare la notizia, ma non è indispensabile seguire le campagne inventate da altri. Un giornale si salva se si differenzia. Se evita di omologarsi ai modelli e ai linguaggi della televisione…Più che per Internet la carta stampata ha patito l’aver copiato la semplificazione della comunicazione televisiva. È così che finisce per rinunciare a fare mediazione e a presentare argomenti, limitandosi a narrare la realtà. Le notizie vanno date, senza però cadere nella trappola del ricamo per il ricamo. Bisogna tornarci sopra solo se ci sono fatti nuovi. Ma fatti veri, non fatti costruiti come fossero notizie”. Secondo Daniel Dombey del Financial Times dell’11 Settembre, commentando a pagina 3 la notizia sull’operato del Presidente Obama circa il delirio del Pastore evangelico fondamentalista di distruggere il mondo, cita varie fonti per costruire il suo articolo: ” alcuni commentatori” – scrive – “hanno incolpato l’amministrazione [governativa] nell’aver dato eccessiva importanza al Pastore Jones – che adesso chiede di spostare il Centro Islamico, troppo vicino a Ground Zero (considerato luogo sacro), in cambio della sospensione del progetto. ‘Hanno alimentato la notizia, dice Philip Zelikow ex dirigente della commissione sull’11 Settembre ed ex funzionario dell’amministrazione Bush. E’ uno sbaglio strategico colossale se decidi di affrontare coloro che sono in definitiva una frangia di pazzi estremisti’. Altri ancora hanno incolpato i media, i quali per giorni hanno chiesto notizie circa il progetto di bruciare il Corano. ‘Siamo in mezzo ad un sistema di reazione automatica dal quale nessuno sa come uscirne’ sostiene Richard Wald professore di giornalismo alla Columbia University. ‘La stampa ne parla, ed i toni si alzano. l’amministrazione deve fare qualcosa, e non appena si fa qualcosa diventa una notizia ufficiale’.”
2975, 2965 oppure 2752? E’ proprio sulla qualità delle informazioni continuamente fornite dai media che – come appare chiaro – il dibattito si articola, si complica, si dispiega e prende posizioni uguali e contrarie: chi ha avuto l’occasione di seguire lo speciale della BBC sull’ 11 Settembre in diretta Tv da Ground Zero dalle 14.30 in poi, non poteva non imbattersi nel leggere quello che appariva scritto nel “sottopancia” (il riassunto delle notizie in pochissime parole attinenti alle immagini in diretta che appare in basso sullo schermo), che riportava il numero delle vittime dell’attentato a 2975: questo ha un significato piuttosto profondo in quanto la cerimonia verteva nella sua parte centrale nell’elencare tutti i nomi delle vittime, uno per uno, inframezzato da commenti di parenti, amici e sopravvissuti alla tragedia con grandissima commozione che non poteva non coinvolgere anche lo spettatore a casa, appunto 2975 volte. Invece secondo un articolo di Guido Olimpo il corrispondente da Washington del Corriere della Sera di Domenica 12 Settembre, il numero delle vittime si ferma però a 2752. Ci sarebbe da chiedersi: il numero è quello di coloro che sono periti nelle Torri Gemelle solamente, non contando l’aereo (volo 93 di United Airlines) schiantatosi in Pennsylvania e le vittime del Pentagono? Guido Olimpo non ci illumina nel suo articolo. Testuale (a proposito di copia-incolla): “A Ground Zero il vicepresidente Joe Biden ha preso in prestito i versi della poesia ‘The Builders’ (i costruttori): ‘Costruisci l’oggi, dunque, forte e sicuro, come una solida e ampia base; e salendo e sicuro il domani troverà il suo posto’. Poi i rulli di tamburi, le cornamuse, le lacrime, i rintocchi di campana, il minuto di silenzio. Con le foto delle vittime – 2752 l’ultimo bilancio – strette tra le braccia del familiari”. Tale dolorosa disattenzione è un insulto alla memoria di vittime innocenti della brutalità terroristica di Al Quaeda. Se si fa una piccola ricerca su Google però appare tra gli altri il seguente articolo sempre di Guido Olimpo da Washington datato 10 Settembre: “La nuova Pearl Harbor americana inizia alle 8.46 dell’11 settembre 2001, quando l’American Airlines 11 si schianta sulla Torre Nord del World Trade Center a New York. Alle 9.03, il volo United 175 centra la Torre Sud. Alle 9.37 è un altro jet dell’American Airlines (volo 175) a precipitare sul Pentagono, a Washington. Infine si disintegra al suolo in Pennsylvania il volo United 93: doveva colpire la capitale. Gli aerei sono stati dirottati da 19 terroristi di Al Qaeda, divisi in quattro nuclei, e poi lanciati sugli obiettivi. Delle 2965 vittime dell’attacco (cifra che include WTC, Pentagono e volo 93) quasi la metà non sono state identificate. Circa 800 hanno un nome grazie al Dna. A nove anni dal massacro vengono ancora ritrovati dei resti: l’ultima volta è avvenuto alla fine di giugno durante lavori di scavo vicino a Ground Zero quando sono emersi 72 «reperti»”.
Dunque la possibilità di consultare la Rete con il suo costante flusso di informazioni dà luogo a infiniti mondi virtuali, realtà parallele, non-realtà interpretate solo dall’utente; o viceversa quest’ultimo viene “catturato dalla Rete a dispetto di sé stesso” per dirla con Travaglio. Ed è ciò che è accaduto agli inizi di Agosto 2010, quando Microsoft decide di aggiornare Hotmail per renderla più competitiva sul mercato informatico tentando di arginare lo strapotere di Google versione posta elettronica, aggiornando la funzione “organizza” per i suoi utenti; prima di Agosto, i messaggi di posta elettronica nella cartella “posta in arrivo” erano gestiti dall’utente e smistati dal lui se lo desiderava: la maggior parte erano “poste indesiderata” che venivano appunto selezionati dall’utente e messi nell’apposita cartella per poi cancellarli. Ora non è più così: Hotmail – secondo un criterio misterioso – ti organizza i messaggi della posta in arrivo; “riconosce” la fonte del messaggio e smista i messaggi in nuove cartelle ”all’insaputa dell’utente”. Il computer “pensa”. Il computer ti “aiuta”. Il computer è “un tuo amico”; quasi un essere umano. Così Mauro Munafò sul sito di Repubblica il 5 Agosto: “La novità principale della nuova Hotmail è legata all’organizzazione dei messaggi in arrivo. Visto che molti utenti si ritrovano sommersi da notifiche di servizi a cui sono iscritti, newsletter e messaggi promozionali, il team di Microsoft ha voluto inserire l’opzione Sweep (Organizza). Si tratta di un tasto che permette di stabilire con un due soli click dove devono essere indirizzate le mail di alcuni destinatari, ripulendo le caselle più ingombre nel giro di qualche secondo. L’opzione di Gmail in questo settore, i filtri, è in effetti molto più complessa da usare e l’ultima creatura di Microsoft farà la felicità di tutti quelli sommersi da mail non lette”. Alcuni utenti non hanno addirittura la funzione “Organizza”, i messaggi in arrivo nella casella postale vengono “riconosciuti” e smistati direttamente dal team Microsoft alla fonte, arbitrariamente.
In ultima analisi, nel suo ultimissimo libro “Il Magnifico Disegno”, Stephen Hawking – forse il più famoso fisico al mondo, ci istruisce a pagina 42 (ispirandosi al film Matrix) che a fronte di una percezione della realtà che ci circonda sempre più unica e “personalizzata” – esiste: “un tipo di realtà alternativa, come nel film di fantascienza “Matrix”, nel quale la razza umana vive inconsapevolmente in una realtà virtuale simulata, creata da computer intelligenti per tenerla placata e soddisfatta mentre i computer ne assorbono ”l’energia bioelettrica”. Estremamente inquietante. Stiamo diventando inconsapevolmente delle macchine; e le macchine, noi.
Marco Rossi.
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