February 18th 2017 – March 18th 2017
With the Patronage of Fondazione Italia Giappone
Micro Cosmos
“ If you haven’t been Tokyo yet, I would recommend you to come visit once. I promise that you would be excited about cultures in Tokyo which mix up everything in the world. You can see that Tokyo is a city which is a mishmash of all kinds of elements from Asia, America, and Europe.
Japanese people have a world view which is called “Yaoyorozu no Kami (eight million gods)” from the ancient times. Yaoyorozu (eight million) is an example of a large number. With this idea, people could be open minded about diversity, and Japanese cultures have been installing every aspects of cultures from abroad into own system and keeping all balance of those mix-ups perfectly in order.
My art and my world stands up on such a cultural background. For me ambiguous objects which is looked both Asian and European are appropriate rather than Ukiyo-e style which is too old at all, to express Japanese culture today.
Theme of this solo show is mix-up. I am happy if you could touch ambiguous culture mix-ups come from my mind named Micro Cosmos born in Tokyo.”
Yosuke Ueno
Lasciatevi incantare dal Prime Mover del Pop Surrealismo giapponese Yosuke Ueno. Originario di Tokyo, Ueno concepisce un proprio universo estremamente complesso che rappresenta perfettamente la scena artistica multiculturale da cui proviene.
Ueno attinge non solo dalla cultura underground, dai manga e dai graffiti ma anche dall’immaginario iconografico pop, al fine di mettere in risalto gli elementi che fanno parte sia della tradizione giapponese, sia di quella europea ed americana.
In questa nuova serie realizzata per la sua prima personale alla Dorothy Circus Gallery, lo spettatore scoprirà un infinito numero di simbologie nascoste e provenienti da diverse culture, che mescolate insieme si fondono in paesaggi dai mille colori che ci appaiono apparentemente come ricordi fantastici provenienti dal mondo dei sogni.
Ad uno sguardo più attento scopriamo che le opere di Ueno ritraggono una sorta di Micro Universi, generati dalla fusione del linguaggio contemporaneo ed il suo contesto storico.
In questo corpo di lavori caleidoscopico, l’artista fa riferimento al mondo di “Yaoyorozu no Kami” (8 milioni di divinità) invitandoci a sperimentare e ad immergerci profondamente nella nuova filosofia creata dalla cultura contemporanea.
Lo spettatore viene catturato da uno scenario trascendentale fatto di elementi magici e un’atmosfera animata. “Positive Energy” offre un’idea chiara circa la qualità drammatica dell’opera, mostrando un spazio immenso e ventilato in cui una parata alquanto bizzarra, guidata da un fanciullo, attraversa la scena. Il gruppo include animali fantastici, figure indistinguibili dagli abiti stravaganti ed accessori inusuali, il tutto guidato da un’esplosione di forme e colori. La composizione nel suo insieme richiama i paesaggi mozzafiato di Miyazaki. In particolare, essa rappresenta una versione parallela al Castello errante di Howl e i suoi scenari inverosimili, che guidano la mente dello spettatore attraverso un viaggio senza tempo verso l’incredibile. Uno sfondo culturale giapponese, unito all’incessante desiderio di guardare oltre la realtà, è ciò che collega i due artisti e volge la loro creatività verso il surreale.
Il mélange di temi contemporanei con le antiche credenze riflette la visione del mondo propria dell’artista. Questo spiega il perché dei soggetti completamente innovativi, che però ancora accennano ad elementi storici.
Nel quadro “Memento Mori” l’artista riproduce la figura popolare e fiabesca di Biancaneve sotto una nuova luce. La scena ritratta richiama il momento cruciale della storia, quando la protagonista è sul punto di ingerire la mela letale. L’imminente conseguenza all’azione è preannunciata dal teschio al centro della scena. Come accade nelle drammatiche rappresentazioni Barocche, la presenza di tale simbolo rappresenta un chiaro riferimento al tema dell’onnipresenza della morte. Questa combinazione degli elementi fa del quadro una creazione “Vanitas”, che mischia simboli esistenti all’approccio autentico dell’artista per rappresentare i temi del tempo e della morte.
Riferimenti specifici ai temi classici emergono anche in “A swallow in the Sun”, dove la figura fluttuante richiama la storia mitologica di Icaro, reinterpretata attraverso l’occhio surrealista dell’artista. “Mugen Sanui” prende il suo nome da “Sansuiga”, una classica riproduzione orientale di paesaggi che tende ad idealizzare la natura esistente, mentre in questo contesto mostra il mondo immaginario dell’artista, attraverso una magica personificazione della natura.
Un altro tema ricorrente è quello degli antichi “Yin and Yang”, i poli positivo e negativo in costante conflitto. L’artista riporta in vita queste forze, conferendogli una forma antropomorfa che suggerisce un’energia significativa.
Tra le forze moventi c’è anche efiL (anagramma di Life), l’essenza stessa della Vita. EfiL è la dominante “potente forza della natura”. Un enorme albero che trasporta simultaneamente sia il peso del tempo che il potere della saggezza metafisica.
Ognuno dei suoi quadri, accuratamente dettagliato da una raffinata tecnica pittorica unita ad interposizioni di diverse tecniche, tra cui lo spray, raffigura e racconta un messaggio pieno di positività e “vitalismo cosmico”. Ogni universo è raccontato da un inedito paesaggio onirico ed i suoi intriganti personaggi fantastici che nascono dalla ormai inconfondibile palette di Yosuke.
Scenari accattivanti popolati da elementi naturali, fantastici ed allo stesso tempo mistici, che insieme concorrono all’esecuzione di un carosello psichedelico.
Persino il patrimonio del racconto Disney ha trovato un significato più profondo divenendo Memento del Tempo e della filosofia della Dolcezza.
Con quattordici nuove opere, tra composizioni meticolose su grandi tele e ritratti che esprimono tutta la grazia della giovinezza, questa mostra lascerà lo spettatore consapevole ed ispirato dai molteplici Micro Cosmos che riempiono le molteplici realtà dalle quali siamo circondati, aprendo le porte ad una iper-moderna visione della libertà intellettuale, da considerarsi come innovativa condizione mentale.
La Dorothy Circus Gallery è uno spazio dedicato all’arte pop surrealista e alle nuove tendenze dell’arte figurativa; apre a Roma nel 2007, “Ai confini tra New York e il paese delle Meraviglie”. La D.C.G. ha portato per la prima volta sulle scene dell’arte contemporanea italiana artisti del calibro di Ron English, Sas & Colin Christian, Miss Van, Camille Rose Garcia, Alex Gross, Joe Sorren, Tara McPherson, James Jean, Kazuki Takamatsu e molti altri. Dal 2011 nella sede nel centro storico di Roma, alza nuovamente il sipario sulla sua esclusiva programmazione dedicata al Pop Surrealismo e all’ Urban Art, confermandosi lo spazio ideale per ospitare l’animo inquieto di queste seducenti correnti artistiche. La suggestiva location nel cuore di Roma mantiene lo stile magico e il carattere unico del suo “Primo Circo”, aggiungendo ancora un tocco di lusso: veste di velluti bianchi l’Art Bookshop, dedicato a tutte le monografie sugli artisti esposti, reso unico dalla selezione di stampe “limited edition” e dei più rari Art Toys d’autore, e crea per la sala espositiva “Red Hall”, una scenografia che ricorda l’Alice in Wonderland di Tim Burton. Il concept curatoriale della galleria è quello di proporre eventi espositivi sempre dedicati a temi specifici, aprendo l’orizzonte oltre la dimensione esclusivamente pittorica, e coinvolgendo il pubblico nei molteplici aspetti, non solo sensoriali, dell’Arte, in un confronto continuo con musica, letteratura e costume. La Dorothy Circus Gallery, già nel 2009 eletta tra le 100 gallerie e musei più importanti del mondo nella classifica della rivista americana Juxtapoz, è oggi la galleria d’arte di riferimento per il Pop Surrealismo in Europa. La Galleria ed i suoi Artisti sono sempre recensiti dalle più autorevoli testate giornalistiche e televisive, vantano numerose collaborazioni con le più rinomate gallerie internazionali ed istituzioni del settore. La D.C.G., nella persona della direttrice Alexandra Mazzanti, ha curato l’importante mostra antologica “Pop Surrealism: What a WonderFool world”, tenutasi nel 2010 presso il Museo di Palazzo Collicola a Spoleto, e numerose altre esposizioni presso Musei e prestigiose sedi istituzionali italiane come L’Acquario Romano – Casa dell’Architettura e Palazzo Valentini a Roma, e la retrospettiva “The Trouble with Angels”, presso Palazzo Saluzzo Paesana a Torino, dedicata all’Artista leader della digital art Ray Caesar, di cui la D.C.G. è l’unico rappresentante in Italia.
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