Il progetto Rifugio Italia è partito, ora si va avanti fino alla fine costi quel che costi.
Il sangue innocente di migliaia di animali uccisi con la violenza più efferata, una strage dimenticata, una mancata quanto indecente presa di posizione per chi aveva il potere di fermarla…. Quante storie terribili, quante corse per salvarli fino all’ultimo respiro, quanti urli di dolore e quanta neve macchiata di sangue. Loro uccisi ad ogni costo sotto colate di cemento, nei forni crematori ancora vivi. Andrea si racconta in un questa intervista che vi suggeriamo di leggere fino all’ultima parola, lui ha deciso di andare avanti per realizzare un suo sogno e noi siamo con lui
Ciao Andrea per prima cosa vorremmo una tua presentazione per tutti i nostri lettori per chi non ha avuto occasione di conoscerti e di leggerti…
Andrea Cisternino è un fotografo di moda e di costume che ha lavorato a Milano e un pò in giro ovunque ci fossero buone occasioni per il mio lavoro ma anche un convinto attivista avendo fatto animalismo da sempre (entravo negli allevamenti, denunciavo fotografando le varie realtà…) tant’è che sono perfino riuscito a far chiudere due allevamenti da pelliccia, sono stato un pò un Alf un combattente … Da solo poi il lavoro ti porta a scoprire delle cose impensabili e sono finito in Ucraina scoprendo e vivendo in prima persona quello che in realtà stava accadendo già da un anno, una strage silenziosa, quella dei randagi, tenuta rigorosamente nascosta dal governo ucraino che con molta attenzione non faceva trapelare nulla oltre i propri confini. Sono andato in Ucraina nel 2009 e già allora erano iniziate le stragi di massa, io lo venni a scoprire nel 2010 e poi ne ebbi conferma per fine 2010 -2011 quando toccai davvero con mano il problema anche perché ne rimase vittima proprio il mio cane di 13 anni che morì avvelenato a Kiev.
Quindi tu ti sei reso subito conto di queste atrocità che non venivano logicamente manifestate e con un governo che chirurgicamente decideva di uccidere i randagi secondo una procedura di sistema. Per quali motivi..?
Nel 2009 l’Ucraina insieme alla Polonia ebbe “l’onore” di organizzare gli Europei di calcio. La UEFA nei sopralluoghi delle città come Kiev e non solo, ovvero nei luoghi dove si sarebbero svolte le partite si trovò di fronte a migliaia di animali randagi erranti per le strade delle città.
Per dovere di cronaca devo aggiungere che il randagismo non è nato con gli Europei e le sterilizzazioni adottate sino ad allora si rivelarono insufficienti (…i fondi destinati sovente sparivano) di canili c’è ne era solo uno dove i cani venivano messi nelle camere a gas.
I riflettori quindi stavano per essere puntati sull’Ucraina e quindi i randagi ora in un modo o in altro dovevano sparire. Come già raccontato in una mia intervista al Fattoquotidiano.it di un po di tempo fa, siamo nel settembre 2010 e il sito d’informazione weekly.ua riportò alcune dichiarazioni di Martin Callen, dirigente Uefa, secondo le quali “l’Uefa non accetta metodi violenti per uccidere i cani randagi, ma questi non ci devono essere in nessun modo”. Allora è evidente che se dici questo in un Paese dove non ci sono soldi, ne strutture, ne una consapevolezza di rispetto per questi esseri e il metodo più rapido e sicuro è l’eliminazione non fai altro che incentivare la violenza e portarla a forme esponenziali come in realtà è successo.
Martin Callen dirigente UEFA e responsabile della zona Ucraina vide con altri le prime foto dove questi volontari mostravano questi poveri cani e gatti destinati a forni crematori, la loro comunicazione fu di non tolleranza per questi metodi violenti ma con una richiesta chiara affinché si gestisse il problema “niente randagi in giro”.
E’ un passaggio importante questo che io denuncio fin dal 2010. Ovvero la UEFA con alcuni suoi esponenti di spicco come Martin Caller, Michel Platini, ha dato il “la” a questa strage perpetrata con una violenza inaudita che poi è andata avanti sino ad oggi.
Una violenza organizzata senza vie di fuga che consiste in quelli che sono dei veri e propri squadroni della morte, quelli dei dog hunters addestrati appositamente per compiere atti efferati … in che modo questi cani vengono uccisi?
Durante gli Europei arrivarono i dog hunters russi, i russi appunto l’eccellenza in tal ambito, poi si formarono quelli ucraini, persone pagate a tal fine così come anche e solo dei semplici pensionati. Noi stessi avemmo la prova di un pensionato che aveva ucciso un branco di cani dove tra l’altro c’era una cagnolina che noi tempo prima avevamo salvato da un altro avvelenamento. Il pensionato trovato dai volontari lo feci portare alla polizia ucraina pur nella certa consapevolezza che la polizia ucraina non avrebbe fatto praticamente nulla. (Le nostre denunce sono tre anni che finiscono nel cestino inascoltate e sono anche denunce gravi.) Questo pensionato fu trovato con del pollo e del cianuro nel sacco e se pensi che un pensionato in questo paese prende 100 euro al mese, certo che non puoi pensare che un soggetto così si possa comprare cianuro e pollo per sfizio, il pollo se lo mangia direi!
All’inizio della storia venivano avvelenati con il veleno di topo ma poiché riuscivamo a salvarne tanti e i volontari su Facebook e non solo, postavano foto e video che ritraevano i cani morenti, la mia prima preoccupazione è stata quella di esortare i ragazzi a portare questi cani dai veterinari cercando con tutte le risorse che potevo avere a disposizione di pagare ogni intervento medico per salvar loro la vita. Ho dato fondo a tutte mie risorse e quelle di mia moglie e ho scritto un libro che mi ha aiutato davvero molto. Il libro si intitola “Randagi: storia di uomini e animali” ora esaurita la prima edizione dovrebbe uscirne presto una seconda. Questo libro fotografico è il frutto di due anni di lavoro, di reportage e nasce dalla mia profonda convinzione che sia gli uomini che gli animali hanno gli stessi diritti di vita.
Concludo dicendo che i dog hunter ucraini hanno un sito che non si riesce a far chiudere. Qui si possono trovare tutte le fotografie dei cani che vengono localizzati e individuati e si offrono le coordinate esatte per procedere a una loro cattura e uccisione. La polizia ucraina dopo tutte le nostre denunce ci dicono che stanno indagando per valutare se trattasi di un sito violento o meno. E’ un sito dove questi signori della morte inneggiano alla uccisione di animali innocenti e ti offrono dettagli su come ammazzarli e questo direi a mio modesto avviso basta e avanza.
In questo contesto tu hai maturato l’idea di poter far qualcosa di importante in aiuto di questi poveri randagi che sono sicuramente tantissimi… il tuo progetto Andrea
Inizialmente ho cominciato a vedere queste cose documentandole con video e fotografie, purtroppo non ho mai accettato materiale di altri quindi tutto quello che ho girato è stato il frutto delle mie emozioni nel vedere la violenza più bieca, più allucinante verso gli animali. Tanti ne sono riuscito a salvare, tanti mi sono morti in braccio, tanti sono riuscito a portarli all’ospedale correndo e sperando fino all’ultimo. E purtroppo poiché la realtà è questa mi sono deciso a creare un progetto anzi per la precisione tre progetti. Il primo è stato quello di organizzare un’associazione ucraina (perché se ti poni come italiano vieni immediatamente buttato fuori dalle altre associazioni come già è successo in altri casi). Il secondo step è stato quello di sconfiggere questi dog hunter, lì mi sono messo in gioco in prima persona denunciandoli pubblicamente, mi son preso le mie minacce che ho anche oggi, ho girato per un periodo con le guardie del corpo messe a disposizione dalla Ambasciata Italiana.
Il terzo progetto è stato quello di costruire il rifugio che ho chiamato “Rifugio Italia”. Ora finalmente lo abbiamo iniziato, già all’interno ora abbiamo 25 randagi salvati dalla strada e da morte sicura e man mano cresceranno.
E’ bene ricordare che gli animali venivano uccisi in maniere molto fantasiose e molto brutte, uccisi a fucilate, avvelenati o venivano buttati nei forni crematori, messi poi sotto sequestro dopo le tante denunce. Le amministrazioni comunali gestite dai sindaci prendevano questi animali li narcotizzavano, raccolti a centinaia dalle strade macchiate di sangue venivano alcuni uccisi da proiettili, alcuni bruciati, altri buttati nell’immondizia, altri ancora li buttavano in enormi fosse comuni e poi li ricoprivano con il cemento.
Ancora vivi..
Si ancora vivi.. anche nei forni crematori come da segnalazioni dei tanti volontari li buttavano ancora vivi nonostante si negasse l’evidenza. Ciò sia per cani che per gatti.
Vuoi raccontare un cane tra tutti, una storia simbolo…
Una storia mi ha toccato da vicino ed è stata ovviamente l’avvelenamento del mio cane da parte di questi dog hunter…ma di storie ne avrei tantissime da raccontare, tutte hanno scritto la mia personale storia di emozioni nel mio cuore, tutte hanno uguale diritto di essere raccontate in questo paese dove le temperature arrivano anche a -32 gradi e gli animali devono già combattere con un nemico fortissimo che è il freddo.
Quando salvo un cane sono tutte storie belle i vari Ryan, Ciliega, che sono in Italia e tutti quelli che vivono ora bene pur avendo un passato di tortura da parte dei dog hunter ora sono accuditi da persone che li amano alla follia e chi ha avuto il desiderio di condividere le loro storie accogliendoli nelle loro famiglie queste persone ora mi ringraziano per la gioia incondizionata che sanno offrire.
Quindi Andrea chiunque lo desideri può tramite te ottenere l’adozione di uno di questi cani…
Certo. Io lo faccio personalmente ma non solo, lo faccio conoscendo direttamente le persone proprio perché porto sempre dei cani che hanno avuto grossi problemi. Tanti mi chiedono “come mai porti i cani ucraini in Italia? Si perche l’Italia e soprattutto il sud è pieno di cani randagi, inoltre arrivano da noi i cani delle perreras, quelli della Romania, quelli appunto dell’Ucraina vorrà dire che i nostri (italiani) cani moriranno tutti nelle gabbie”. Quindi io mi sento di portare si animali, ma proprio e solo quelli che hanno delle gravi difficoltà e devono quanto prima cambiar vita.
Quindi tornando al progetto sto costruendo questo rifugio in cui ci saranno cani e gatti e non solo. La mia e’ una risposta a tutti quei milionari compresi i calciatori della nazionale che non vollero dire nulla, non vollero alzare un dito in favore di quei poveri esseri, una risposta a chi si è fatto milioni di euro con questa manifestazione e invece in realtà con poco potevano adoperarsi nel costruire delle strutture di accoglienza atte a evitare una strage agghiacciante dalle proporzioni inimmaginabili. Dal 2009 al 2012 con una stima non ufficiale sono stati uccisi in Ucraina 250.000 animali.
Come cittadini italiani cosa possiamo fare dal punto di vista della nostra partecipazione fattiva ovvero per dirigere il corso delle nuove normative in materia , firmare una petizione, scrivere alle autorità ucraine … qual è il modo più concreto e più opportuno a tuo avviso?
E poi una domanda molto diretta di che cosa tu oggi Andrea hai bisogno per il tuo Rifugio Italia?
Il corso storico delle cose in Ucraina è sotto gli occhi di tutti, ci sono esiti incerti. Circa le petizioni devo riconoscere che hanno spesso scarsi risultati, io durante gli Europei ho scritto una lettera per il Presidente Yanukovich che portai presso il municipio di Kiev…. Che dire. Le grandi associazioni spenti i riflettori sugli europei via i giornali e le televisioni, non si sono adoperati un gran che. Perché quello che davvero non capisco è perché i cani delle perreras vengono aiutati, quelli della Romania vengono aiutati così come quelli di altre realtà, ma i cani ucraini quelli li hanno lasciati soli e io con loro.
Io ho accettato ben volentieri tutti gli inviti in cui ho potuto portare la mia testimonianza e le voci dei senza voce, ho fatto del mio meglio passando per Striscia La Notizia, Licia Colò e di Red Ronny dovunque sempre invitato mai su mia richiesta ci tengo a dirlo. Tra l’altro nel marzo del 2013 ho preso anche il riconoscimento del premio nazionale “Agenda Rossa” in memoria del giudice Paolo Borsellino, non ne ha parlato nessuno, ma mi chiamarono perché mi dissero il premio va a chi lotta contro la mafia e io davvero non ne capivo il perché lo dessero proprio a me. Ma mi dissero anche tu da solo stai combattendo la tua battaglia.
Ormai sto cercando di far cambiare la mentalità di questo paese che di certo non è animalista. Mi dicono che da quando sono andato in televisione parlando, raccontando, le storie dei tanti animali dell’Ucraina la gente finalmente mi ascolta. Il mio tassista che mi fa anche da guardia del corpo, lui stesso nel vedermi alla televisione finalmente come molti altri ha avuto consapevolezza del problema; questo è davvero molto importante in un paese come questo.
Allora voglio per prima cosa dire che io non lascerò i randagi anche se scoppierà una guerra, mi son trovato adesso in mezzo ad una rivoluzione dove abbiamo dovuto affrontare tanti problemi (compreso l’approvigionamento del cibo) ma io non li ho mai abbandonati. Il progetto va avanti e deve andare avanti. Io non li abbandonerò anche se sono sotto minaccia dei dog hunter. Intanto ho aperto la sede in Italia della mia associazione e ora stiamo aspettando la conclusione di alcuni passaggi burocratici.
Per chi volesse aiutarmi può andare sul sito http://www.iononpossoparlare.com/ dove può trovare tutti gli estremi per supportare la mia iniziativa: andare avanti nella costruzione del rifugio e mettere al sicuro il maggior numero di animali. Il rifugio sarà uno spazio libero e protetto suddiviso in zone, qui verrà costruita una zona con ospedale, una zona quarantena, è un terreno di circa 20.000 mq. Il mio lavoro è iniziato in fretta questo inverno con il ghiaccio sotto ai piedi per mettere subito al riparo animali già schedati e segnalati dai dog hunter. L’ultima parte circa 7000 mq. ho deciso di destinarla al fine di aiutare anche altri animali, cavalli, mucche, animali dai macelli o chi ha subito maltrattamenti.
E’ un bell’impegno ma sono felice, abbiamo già avuto 11 box grandi e comodi perché voglio che gli animali si sentano a loro agio, voglio che ci sia vita per andare contro alla morte. La mia è una risposta a quel sangue innocente di quei tanti randagi che vivevano lì dove c’erano gli stadi. Questa è la mia risposta a quello che non hanno fatto UEFA, FIGC e le varie associazioni animaliste italiane, voglio fare i fatti dopo 2 anni di denunce e di lavoro e lasciare le chiacchiere agli altri. Ormai sono legato indissolubilmente a loro costi quel che costi e mi auguro in questo cammino di avere a fianco tutti Voi.
Grazie Andrea un abbraccio a te e a tutte le anime che proteggi.
Simonetta Alfaro
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