SIAMO TUTTI A BORDO DI UNA  “CONCORDIA” A RISCHIO CON AL TIMONE COMANDANTI INADEGUATI O PEGGIO. http:// www.tiscali.it

 

 

Il naufragio della “Concordia” è già una tragedia di suo, con la perdita di vite umane, il rischio di catastrofe ecologica, le colpe di un Comandante al limite dell’incredibile ( e appunto riesce difficile accettare che sia riuscito per sua esclusiva responsabilità a combinare questo macello da solo: se ci sarà un accertamento completo della meccanica di questo Titanic tremendo e insieme grottesco, come speriamo accada, vedrete che ne leggeremo delle bruttissime): ma forse suggerisce domande e preoccupazioni che vanno al di là del fattaccio, sia letteralmente che metaforicamente. Una, soprattutto: chi è sul ponte di comando della nave su cui siamo, intendo ovviamente l’Italia ma con la globalizzazione dei vantaggi (!?!) e dei pericoli potremmo e dovremmo allargarci al pianeta ? Vi sgrano un rosario di questioni, anche solo degli ultimi giorni, cioè contemporanee al naufragio, rimanendo appunto all’Italia.

 

Il presidente italiano della BCE, Draghi, visto il ruolo che ricopre , si è scoperto come è logico un po’ meno “nostro”, gettando un allarme apocalittico sulla nostra situazione economica. L’aveva fatto in parte anche da Governatore della Banca d’Italia, ma solo in parte: certo, sempre meglio di governo e opposizione degli ultimi quattro anni, dalla deflagrazione della crisi americana dei mutui subprime in poi, quando ci raccontavano un sacco di balle per non perdere consensi elettorali o semplicemente per conflitti di interesse. E se la faccenda, pur contestualizzata in chiave internazionale come tutto, fosse (la dico da bar…) purtroppo in questi termini? Ovvero: siamo ostaggi nella vita reale dell’economia di carta, in essa la finanza delle banche -non in quanto semplici istituti di credito ma attori formidabili nel mercato della politica e dell’economia d’impresa- gioca un ruolo decisivo. Quindi la crisi ha riguardato proprio le banche, cuore di tale sistema. Esse si sono riprese  denaro per non scoppiare, ma lo danno soltanto a coloro che hanno fatto in modo che si riprendessero tale denaro in vari modi, dunque ai principali referenti politici e istituzionali e ai loro alleati imprenditoriali: la supercasta dei soldi. Liquidità per piccole imprese, lavoratori, famiglie? Zero.

 

Il governo Monti lo sa? Certo che lo sa, ma è comunque espressione di quel mondo economico-finanziario che si è sovrapposto a una politica indecente, tra il mascalzone e l’incapace. Dunque più di tanto non può dirlo. Nel frattempo affondiamo tirando la cinghia con il timore di romperla. In questa situazione non solo nazionale, l’Italia si smarrisce anche per ragioni antiche, che ci hanno portato a vivere al di sopra dei nostri mezzi trasformandoci da Grandi Risparmiatori a Grandi Indebitati. I soldi sono spariti. Sono nelle banche, almeno in quelle principali (che direttamente o indirettamente però controllano quasi tutte le altre in un conflitto di interessi in dosi mostruose con assicurazioni e società che gestiscono il nostro ex-risparmio, per lustri all’ombra della madre/padre di tutti i conflitti di interesse, cfr. il Berlusca): ma non escono di lì per gli italiani che ne hanno bisogno. Così siamo diventati un popolo di taglieggiati.

 

Nel frattempo un movimento che più di vent’anni fa provava a interpretare le esigenze di un territorio, come la Lega Nord, è diventato quel caravanserraglio che leggiamo, con la famiglia Bossi che impera neanche fossimo in una satrapia orientale (leggi il “Trota”, rampollo fantastico che sguazza vicino alla chiglia della “Concordia”…).E il Pd ci regala la meravigliosa carrellata di autopromozione pubblicitaria che sta facendo sghignazzare tutta Italia (su internet trovate il meglio di una campagna che ci fa domandare chi ci sia sul ponte di comando della comunicazione di quella nave…).

Questo mentre si festeggia in Parlamento- sulla plancia…- la difesa di Cosentino applaudendo come allo stadio in un finto derby tra “garantisti” e “giustizialisti” (ci stanno prendendo per i fondelli, aspettate il voto su Tedesco e vedremo). E in giro per l’Italia, in attesa dei Nuovi Treni Veloci di Montezemolo, Della Valle e Punzo (la liberalizzazione trionfa…), mentre le linee ferroviarie dei pendolari sono ridotte allo stremo c’è chi per disperazione o per associazione a delinquere si ruba il rame dai binari un po’ dappertutto. Dalle linee interminabili da sesto mondo dei pendolari? No, qui la liberalizzazione è completa: dai binari dell’Alta Velocità…Così si chiude l’ennesimo cerchio, come onde sulla nostra testa, per rimanere alla tragedia spaventosa e ridicola della “Concordia” e del suo Comandante. Occhio ai salvagenti…

 

 

Oliviero Beha

 

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