LE PAROLE DEL PRESIDENTE CIRINO MENDOLA.
Il 23 marzo 2012 si è svolta presso la Nuova Fiera di Roma, balconata Padiglione 6, la Tavola Rotonda su Riqualificazione ed Efficienza del Patrimonio Immobiliare, organizzata da Finco con il Patrocinio del Consiglio Nazionale dei Periti Industriali e dell’Enea.
Il tema è sicuramente un tema caldo oggi più che mai attuale in ragione della crisi economica che il nostro Paese sta vivendo. Fare efficienza energetica significa adottare sistemi per ottenere lo stesso comfort utilizzando meno energia. Tecnologie, materiali, sistemi ad alta efficienza, nonché servizi energetici integrati sono già disponibili sul mercato. Esiste un “giacimento energetico” parzialmente inesplorato e pronto per essere sfruttato nei nostri edifici: è il potenziale di “prestazione energetica” del sistema edificio/impianto, una macchina che ha bisogno di una grande quantità di energia per produrre il nostro “comfort”. Gli edifici costruiti prima della Legge 373/1976 sono suscettibili di una riduzione dei consumi media del 50%. Se consideriamo che gli stessi sono circa il 70% del parco immobiliare nazionale, possiamo avere un’idea della dimensione del “giacimento” da sfruttare. Come? Ricavandone il massimo rendimento energetico con interventi di recupero.
Finco da anni affronta questa tematica offrendone spunti di riflessione e imput essenziali al mondo politico e non solo.
Di seguito riportiamo la versione integrale del discorso del Presidente di Finco Confindustria Cirino Mendola che ha segnato l’inizio dei lavori della mattinata e delinea le linee cardini del pensiero della federazione.
“Gentili ospiti, signor Senatore, signor Deputato, illustrissimi Relatori, inizio con un caloroso ringraziamento per la Vostra presenza qui oggi.
Svolgerò tre brevissime considerazioni, caratterizzate da una certa dose di informalità, per lasciare poi ampio spazio ai relatori ed al dibattito successivo che abbiamo voluto, onde consentire, per una volta, un’interlocuzione diretta tra la platea e i relatori, quanto mai utile in una materia in divenire quale quella dell’efficienza energetica.
La prima considerazione che vorrei svolgere, senza troppi giri di parole, è che con questo dibattito ci proponiamo di mettere, anzi di rimettere, al centro dell’attenzione il tema della detrazione del 55% e della sua proroga e meglio ancora, stabilizzazione.
Alcuni danno per scontato, a nostro avviso erroneamente, sottovalutando sia l’importanza della misura sia la nostra “tenacia”, consentitemi questa battuta, che il 55% diventerà 36% con la fine di quest’anno.
Vorrei cogliere l’occasione per riaffermare con forza che qui si tratta non di una “assistenziale” agevolazione verso taluni settori d’industria, ma di una misura di sviluppo industriale, una delle poche realmente operanti, che andrebbe resa stabile (non al 36%…) e che dovrebbe anzi vedere un ampliamento del proprio campo di applicazione.
E consentitemi, ed è la seconda riflessione collegata alla prima, di sottolineare che non è il caso di stare poi troppo a “spaccare il capello” sui ritorni “tecnici” della misura.
Certamente tutti noi vogliamo il ritorno più alto possibile dalle misure in termini di efficienza energetica ma dobbiamo considerare, dobbiamo farlo specie in questo momento, anche l’impatto sociale sulla filiera italiana dell’industria e la relativa occupazione.
Se un po’ di minor incremento marginale di efficienza, seppure comunque molto migliorata rispetto a quella iniziale, contribuisse a creare dei posti di lavoro in più, occorre prendere ciò nella dovuta considerazione.
Specie poi se consideriamo quello che succede allorchè volgiamo la testa verso altri settori di approvvigionamento dell’energia. I prezzi dei prodotti petroliferi gravati dalle accise sono sotto gli occhi di tutti, l’opzione nucleare in Italia non è più percorribile, per il fotovoltaico abbiamo speso – o se preferite investito – molto ma molto di più di quello che potrebbe costare una misura di rinnovo del 55% di detrazione d’imposta.
Come Finco quindi non abbiamo intenzione di demordere.
Siamo veramente convinti che le nostre risorse energetiche, i nostri “giacimenti”, come da titolo di questo convegno, siano costituiti dall’efficienza energetica e dall’enorme possibilità di risparmio che possiamo conseguire agendo sul nostro patrimonio immobiliare, specie quello esistente, nonché sui trasporti. Sull’industria, attraverso l’ emissions trading scheme , mi sembra si sia agito e si stia agendo già abbastanza .
La possibilità di mantenere gli stessi livelli di attività con minori consumi di energia è veramente la stella polare verso la quale dobbiamo tendere e verso la quale le trenta Associazioni associate a Finco sono tutte protese, quale più quale meno, in relazione al loro settore di attività.
Certo la detrazione d’imposta potrà essere migliorata; potrà essere favorita, con metodi premiali, la realizzazione di più interventi insieme.
Su questo del resto l’ENEA, insieme ad altre Associazioni qui presenti, si è fatta promotrice di Tavoli di lavoro cosiddetti 4E, il cui operato può essere sicuramente di ausilio al Decisore Pubblico, sempre che questi voglia prestargli ascolto, come noi fortemente auspicheremmo .
Vorrei terminare con un accenno al tema dell’efficienza energetica nel settore pubblico, che svolge una funzione strategica di indirizzo e di “testimonianza”.
L’articolo 4 della bozza della nuova proposta di Direttiva Europea sull’Efficienza Energetica, che abroga le Direttive 2004/8/CE e 2006/32/CE, pone appunto il focus su tale settore.
Esso viene accolto da Finco con particolare favore in quanto può determinare un forte impulso alla domanda di prodotti e di servizi energetici efficienti.
La presenza di misure di efficienza energetica obbligatorie per il settore pubblico servirà da volano per promuovere nel lungo termine la domanda di tali prodotti e servizi, garantendo ai fornitori la possibilità aumentare e programmare i propri investimenti.
Purtroppo nel nostro Paese non si dispone ad oggi di dati misurabili e quindi certi sul patrimonio immobiliare degli enti pubblici.
In ogni caso è positiva la centralizzazione della supervisione della manutenzione energetica degli edifici presso l’Agenzia del Demanio. Tale centralizzazione dovrebbe essere estesa agli immobili delle P.A. locali e non solo a quelli della P.A. centrali.
E’ noto ormai come in tutta Europa le istituzioni centrali, e soprattutto quelle territoriali che devono gestire patrimoni immobiliari fondamentali quali scuole ed uffici, si scontrino con la cronica “indisponibilità” di risorse finanziarie.
Il Consiglio nella nuova proposta tiene conto della scarsa disponibilità di risorse finanziarie delle pubbliche amministrazioni e in tal senso attenua l’obbligo al 2,5% di rinnovo annuo, rendendolo più flessibile pur mantenendo l’impianto dell’articolo. Va bene il 2,5%, va bene anche il 2%, purchè si proceda.
E’ questo un tema sul quale occorre andare avanti a “testa bassa”.
Grazie.”
Il Presidente Cirino Mendola
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