Come si sa Roma è il centro della cristianità cattolica. Ma fin dai primi secoli vi furono minoranze di cristiani, soprattutto provenienti dalla Grecia, che professavano un rito diverso da quello latino. Questi cristiani in origine erano uniti nell’unica Chiesa Universale e si riunivano per le celebrazioni nelle numerose chiese di rito bizantino presenti in quel tempo a Roma. Anche oggi esistono nella capitale diverse chiese e istituzioni di rito orientale. La maggior parte di esse fanno parte della Chiesa cattolica, le restanti sono indipendenti e legate a qualche chiesa ortodossa. Tra le chiese orientali cattoliche più importanti presenti a Roma si possono menzionare la chiesa di Sant’Atanasio a via del Babuino di rito bizantino-greco; la chiesa di Sant’Antonio Abate all’Esquilino di rito bizantino-slavo; la chiesa di San Nicola da Tolentino di rito armeno; la chiesa di Santa Maria in Cosmedin di rito greco-melkita. Tra le chiese ortodosse “storiche” ricordiamo la chiesa ortodossa greca di via Sardegna e quella ortodossa russa in via Palestro. Sarebbe troppo lungo qui descrivere le vicissitudini che portarono alla separazione tra la chiesa d’Oriente e quella d’ Occidente. In sintesi le principali differenze consistono nel fatto che gli ortodossi rifiutano il primato di giurisdizione del Papa pur riconoscendone un primato d’onore; non riconoscono il dogma dell’infallibilità promulgato da Pio IX nel 1870; non credono nel purgatorio. Un ulteriore motivo di divisione (alquanto pretestuoso) è il cosiddetto filioque. Secondo i cattolici lo Spirito Santo proviene dal Padre e dal Figlio mentre per gli ortodossi solo dal Padre.
In questi ultimi anni la massiccia immigrazione proveniente dai paesi dell’Est ha determinato una crescita esponenziale della popolazione di religione ortodossa. Attualmente Roma è la città con il più alto numero di immigrati rumeni, per la maggior parte ortodossi, che hanno superato la pur consistente comunità filippina per la maggior parte formata da cattolici. Sono sorte così in diverse parti della città chiese, spesso a carattere provvisorio, in cui viene celebrata la liturgia secondo il rito bizantino-rumeno. E’ importante sapere che nelle chiese orientali cattoliche qualsiasi fedele cristiano, anche di rito latino, può partecipare alle celebrazioni e prendere la comunione. Cosa che non è possibile nelle chiese ortodosse dove il fedele cattolico può solo assistere.
Tra le altre presenze di chiese e istituzioni di rito orientale ricordiamo la chiesa di Santa Sofia a via di Boccea che fa parte del Pontificio Istituto Ucraino di Santa Maria e la singolare presenza del piccolo monastero russo-cattolico sito in via della Pisana al civico 342, a soli 15 minuti di autobus da piazza San Pietro. Qui alcune monache russe ogni giorno pregano nell’antica lingua slava e si dedicano a diversi lavori come la pittura e l’incollaggio delle icone. Cuore del monastero è la piccola ed accogliente cappella arredata secondo lo stile russo. Nel monastero Uspenskij, da uspenie che vuol dire dormizione o Assunzione, sorto per volere del papa Pio XII nel 1957, le religiose pregano per l’unità dei cristiani ed in particolare per l’unità tra le Chiese cattolica e ortodossa.
F. Comandini
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