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Come ormai sappiamo Moro aveva una visione di un’Italia che doveva, con il tempo, rendersi sempre più indipendente da quel baluardo di difesa, ma anche di potere, che fu ed è la NATO.
Questa scelta, fatta a braccetto la parte migliore della sinistra italiana, mirava a convincere che le bombe e la rivoluzione non erano necessarie a beneficio di un’Italia protagonista, consapevole ed indipendente nello scenario internazionale lacerato da una grande cicatrice chiamata Cortina di Ferro.
Questa sua visione di libertà lo porterà alla prigione e alla morte abbandonato da tutti e condannato dalla situazione politica di allora troppo più grande degli interessi a anche delle capacità del nostro paese.
La visione vincente fu quella di Andreotti il quale, a suo dire, non fu mai filo americano ma filo NATO, nel senso che era meglio obbedire ciecamente alla Carta Atlantica per conservare almeno alcune libertà.
Ad oggi, mi dispiace dirlo, non certo per antipatia nei confronti di Andreotti per simpatia verso Moro, la visione atlantista rimane la più realistica.
Come Moro, non fu lungimirante neanche Mattei, che pur essendo fortemente anticomunista, non sopportava il “giogo energetico” imposto dal dominio NATO, cercando per l’Italia un più economico petrolio sovietico.
Anche Berlusconi, seppur con qualche passo falso, cercò e trovò nuovi mercati per il nostro paese in Russia dopo aver perso tempo in vane promesse fatteci durante la partecipazione italiana nella Seconda Guerra del Golfo.
Tutti i soggetti succitati persero chi il posto e chi la vita ma che ne è oggi della visione andreottiana del Patto Atlantico?
Secondo alcune affermazioni di Andreotti saremmo indotti a pensare che non ci sia più la Carta Atlantica a guida della politica di difesa europea ma soltanto una NATO senza una concreta motivazione per esistere se non come espressione di potere di istanze oltreatlantiche e oltremanica trascinando il mondo ad un nuovo ordine mondiale dettato dallo scudo antimissile che ci porterà o a una nuova pace a stelle e strisce o al semplice scardinamento dell’equilibrio strategico mondiale causato dal rilascio incontrollato della grande “molla” chiamata deterrenza per ritrovarsi poi tra le pagine dell’Apocalisse di Giovanni.
David Parrini
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