LA GRANDE PASSIONE PER LA RECITAZIONE HA SPINTO L’ATTORE A FONDARE IL TEATRO SETTE A ROMA, AL FINE DI SOTTRARRE TANTI RAGAZZI DALLA STRADA E PREVERIRNE I CRIMINI.

 

 

Simpatico, solare, divertente, affabile, accattivante….è così che si “percepisce” Michele La Ginestra dopo un primo sguardo.  Di lui si può tranquillamente affermare che è stato letteralmente “rapito” dal sacro fuoco dell’arte!  Muovendo i suoi primi passi lavorativi come avvocato presso uno studio legale di una compagnia assicurativa, ed esibendosi, parallelamente, in spettacoli teatrali. Così, quello che sembrava più un hobby, è diventata la sua attività primaria.  Il mondo legale avrà pur perso un valido professionista, ma certo il teatro ha guadagnato un serio e dotato interprete!     La sua caleidoscopica verve lo ha condotto sia in TV che al cinema, in spot pubblicitari e fiction, ma, soprattutto, sui palchi dei teatri, forma, questa, a lui più congeniale e che meglio lo rappresenta.  E’ uno degli eletti, fra gli attori nostrani, ad essere riuscito a calcare le scene del Teatro Sistina di Roma, nel 2000, con “Rugantino” al fianco di Sabrina Ferilli, Maurizio Mattioli e Simona Marchini . Un lodevole traguardo che, però, non gli ha fatto minimamente montare la testa!

Dal 1997 è direttore artistico del Teatro Sette di Roma, il teatro “dei giovani per i giovani”. Qui, infatti, si da molto spazio a volti meno noti che sicuramente sapranno farsi apprezzare, ma, soprattutto, si compie un grande lavoro di prevenzione della delinquenza minorile, voluta fortemente da La Ginestra, in nome dell’ Associazione APES, che gli ha consentito di fondare il teatro stesso. 

Michele è attualmente in scena con il suo “Mediano di spinta”, un’omaggio ad Agostino Di Bartolomei. Si parla di amicizia e di calcio, ma, quest’ultimo, è solo un pretesto per affrontare molto altro. Si ride, anche molto! Ci si diverte, commuove, riflette…..tutto, con un piacevole sottofondo musicale e, quasi superfluo aggiungere, un brillante La Ginestra. 

Ma ripercorriamo    con lui le sue tappe di vita… 

 

  

 - Ci parli un po’ dei tuoi esordi artistici che, credo, siano iniziati in tv?

No, molto prima…io vengo proprio dal teatrino dell’oratorio, poi quando avevo 16 anni sono stato precettato in una compagnia giovane e poi, solo dopo svariati spettacoli teatrali, sono approdato alla tv, prima con un paio di pubblicità e successivamente con il programma Beato tra le donne su Rai 1, del quale sono stato il primo vincitore…insomma il beatissimo!” 

 

- Hai lasciato una carriera da avvocato per l’arte della recitazione. Com’è avvenuto? Ed hai dei rimpianti per questa scelta?

No! Sono una delle persone più felici del mondo, perché faccio quello che mi piace! Per non farmi dire niente dai miei mi sono laureato, poi sono stato assunto nell’ufficio legale di una compagnia di assicurazioni, nel frattempo facevo pratica da un avvocato e la sera recitavo…quando sono diventato avvocato, ed ho fatto carriera, ho vinto il provino per condurre Solletico, la tv dei ragazzi su Rai Uno, ed ho lasciato tutto…però nel frattempo avevo già aperto il mio teatro Sette…insomma, non me ne stavo con le mani in mano. 

 

- Hai solcato anche il palco del Sistina con Rugantino…che esperienza è stata?

Forse una delle più belle della mia vita professionale, il sogno che si è coronato…infatti ho cominciato a fare teatro a 15 anni dopo aver assistito al Rugantino di Montesano…successivamente, ho incominciato a dire a tutti che da grande avrei fatto Rugantino al Sistina…aò, dopo vent’anni, ci sono riuscito!   

 

- Ora sei al “timone” del teatro Sette, sia come direttore artistico che come interprete….

Il Teatro Sette è il mio terzo figlio…l’abbiamo creato dal nulla, grazie alla lungimiranza di P. Giuliano, un sacerdote illuminato, che ha capito che il mezzo teatrale poteva essere lo strumento giusto per togliere i ragazzi dalla strada…poi ci ha preso la mano ed è diventato un teatro vero e proprio, anche se non ha perso il suo rapporto con la solidarietà: cinque anni fa è nata Teatro 7 Solidarietà Onlus, attraverso la quale contribuiamo al sostentamento di una missione in Mozambico, oltre a collaborare con altre realtà bisognose.  

 

- Parlaci un po’ del tuo  spettacolo attualmente in scena nel tuo teatro!

Lo spettacolo in scena al Sette è Mediano di spinta, scritto con Adriano Bennicelli, ed è un monologo un po’ particolare; partiamo dal calcio per parlare della vita, ed è la storia di un calciatore, riserva cronica, che è molto amico di un grande campione, Agostino Di Bartolomei…attraverso le vicissitudini divertenti del protagonista, vogliamo omaggiare il capitano della Roma, tragicamente scomparso. La regia di Roberto Marafante ci regala uno spettacolo che va oltre il monologo, i vari personaggi evocati vivono sulla scena grazie ad alcune sagome disegnate da Camilla Cuparo, ed il tutto è accompagnato dalla musica scritta da Antonio Di Pofi, suonata dal vivo da tre fantastici musicisti: Carla Tutino, Federica Rizzo e Stefano Calderano    

 

-        Sei sposato ed hai due splendidi figli. Come riesci a conciliare tutto, lavoro e famiglia?

-        Ho una moglie fantastica ed i figli stanno crescendo, diventando, quindi più autonomi…mettici, due nonne disponibili e la scelta di fondo che dice: meglio poco di qualità che molto con disattenzione ed il risultato è fatto; io ce la metto veramente tutta per essere un bravo papà ed un buon marito…e mi sembra di esserci riuscito!  

 

 - I tuoi ti seguono, qualche volta, nei tuoi spettacoli?

I miei figli sono sempre andati a teatro sin da piccoli e mia moglie oramai ha dimenticato il cinema…ogni volta che si esce, prima vediamo uno spettacolo e poi si va a cena…insomma siamo un pò teatro dipendenti 

 

- Hai qualche simpatico aneddoto da raccontarci?

Troppi…bisogna venire a teatro per ascoltarli! 

 

- Sogni nel cassetto?

Mbè…mantenere questa serenità…sarebbe un bel sogno da realizzare! 

 

- Cosa ne pensi del teatro e del lavoro di attore in una società come la nostra, “dipendente” dai social network?

Chi fa teatro conosce la fatica, l’impegno, la voglia di comunicare qualcosa di sé agli altri…e dalla fase di allestimento dello spettacolo a quando sente il consenso per quello che ha fatto, è appagato totalmente da quello che fa …i social network non potranno mai darti tutto questo… questa è la mia certezza.  

 

- Hai anche una scuola di recitazione….cosa consigli, ai tuoi allievi che si apprestano ad una carriera come la tua?

Non fatevi illudere dalla televisione, da chi appare senza alcuna sostanza alle spalle…per avere delle soddisfazioni nella vita devi essertele guadagnate…nulla si improvvisa e la sana gavetta è la base per un futuro sicuramente sereno. 

 

_ Un libro che consiglieresti…

Il vangelo!

               

 Loredana Filoni

 

 

 

          

 

 

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