Raccontare l’arte non è cosa semplice, diventa più difficile quando bisogna descrivere la Cappella Sistina o i dipinti dei Musei Vaticani.
“L’idea che ha dato vita alla collana La Parola Dipinta, si colloca nell’alveo dell’antica tradizione cristiana. – Così esordisce l’autore Antonio Paolucci, direttore dei Musei Vaticani – ed aggiunge: “Fin dai primi secoli la Chiesa ha affidato agli artisti il compito di partecipare il messaggio della Rivelazione col mezzo propositivo delle immagini, quali veicoli di immediata forza comunicativa”.
In questo contesto le absidi delle basiliche, i battisteri, furono ornati con mosaici ed affreschi e, alla comprensione della Parola di Dio scritta e proclamata, si unì la forza dei colori e delle forme. Queste espressioni d’arte furono chiamate Bibbie dei poveri, dando quindi senso compiuto al messaggio che si volle trasmettere per l’importanza della comprensione della Parola di Dio, proprio perchè la cultura dei ceti popolari di allora, dove era normale che molti non sapessero ne leggere ne scrivere, impediva un accostamento diretto ai testi sacri.
L’attrazione fatale che ogni visitatore prova entrando nella Cappella Sistina, si percepisce nell’aria, osservando “la teologia” delle immagini, raffigurate dalle Sibille, dell’ Antico e Nuovo Testamento, di storia della Salvezza e di Giudizio finale.
Michelangelo, quando s’immerse nella realizzazione di questa grandiosa opera, era pervaso da sentimenti che attraversavano la sua anima, evidenziando anche troppo visibilmente la “lotta” tra spirito e materia, infatti nel film “Il tormento e l’ estasi” questi sentimenti di grandezza di Michelangelo, sono ben espressi, e mettono in risalto la potenza di Dio nell’uomo e viceversa. Antonio Paolucci, in questa opera comunica il senso profondo con cui vennero realizzare queste opere, infatti afferma: “E’ raro tuttavia, che le spiegazioni a voce tocchino e facciano intendere in maniera adeguata la vasta complessità e la formidabile pregnanza del messaggio religioso. Le stesse guide a stampa appaiono, su questo aspetto, generiche e reticenti. Protagonista è sempre Michelangelo – continua l’ autore – visto sotto il profilo vasariano della drammaticità, della unicità, della divinità. Tormento ed estasi, quindi e non molto altro”. Si dimentica – prosegue Paolucci – che l’autore della Sistina era un grande intellettuale cattolico, un cristiano che conosce le Scritture, che viveva da protagonista il dibattito religioso del suo secolo. Si dimentica soprattutto che la Sistina è un libro, un libro di teologia, di fede, dove nulla è lasciato alla imprevedibilità del genio, dove tutto si tiene con coerenza iconografica assoluta. La grandezza di Michelangelo non solo non viene diminuita da questo tipo di lettura, ma ne riceve un incremento di forza e di splendore”.
L’autore, quindi, ci prende per mano descrivendo minuziosamente non solo il significato evidente delle opere, ma compie una sintesi sinergica tra Religione, Arte e Scienza, come espressione di mezzi importanti nell’educazione umana. In questo cammino la vera Religione comprende tanto la scienza che l’arte, poichè essa insegna a trascorre una vita in armonia con le leggi della Natura. Di conseguenza la vera Scienza è artistica e religiosa, nel senso più elevato del termine, perchè essa ci insegna a rispettare le leggi della Natura che ci governano finalizzate al nostro benessere. La vera Arte è educativa quanto la Scienza e la sua influenza è al pari di quella religiosa.
Giorgio De Santis
La Parola Dipinta. La Bibbia nella Cappella Sistina.
Quest’opera è pubblicata dal Sole24Ore – Edizioni Musei Vaticani.
Info: www.ilsole24ore.com
No Comments