INDIGNATI. INDIGNATI ANCHE TU!
L’apertura shock dei mercati finanziari italiani di lunedì 12 settembre in forte ribasso di tre punti percentuale, denuncia quello che il governo formato da questa cricca di indemoniati, fanatici, esaltati, posseduti dal delirio berlusconizzante ha sempre nascosto al Paese; quello che nessuno osa dire, sussurrare. La Lega nord sta mettendo in atto economicamente ciò che va dicendo da quando ha deciso di sostenere il governo ricattandolo: o il premier formalizza a tutti gli effetti la secessione della Padania, oppure fa cadere il governo, e i satrapi leghisti faranno un colpo di stato violento al limite della guerra civile con l’aiuto dei separatisti siciliani sostenuti dalle cosche. L’Euro Italiano non avrà più valore, e in Padania si batterà un nuovo conio: il Calderolo. O perlomeno – dovesse il Calderolo essere troppo svalutato – un Euro “a due velocità” verrà istituzionalizzato a nord del Po, con la Padania dentro “l’area Euro dell’Europa Settentrionale”, e quella immediatamente a sud del confine padano sarà “l’area Euro Meridionale” (Grecia, Spagna, Portogallo, Malta, Cipro e ovviamente Italia ma non Padania).
C’è da chiedersi adesso, a quanto verrà negoziato sul mercato valutario il Calderolo, dopo la manovra punitiva ”lacrime e sangue”, contro il Fiorito del Principato di Filettino? Si da il caso che il Principato di Filettino sia dentro “l’area dell’Euro Meridionale” e per tale motivo il sindaco del Principato sta facendo salti mortali per far capire al premier che lui è il benvenuto, dovesse riparare in uno Stato straniero e sfuggire alle ire delle orde padane (e non solo) che lo vorranno sicuramente processare; date le frequentazioni internazionali ad altissimo livello criminale del premier però, sembrerebbe improbabile riparare nel Principato, nonostante gli accorati appelli del sindaco; la Lega batte cassa e tiene il premier sotto scacco.
In questo governo di segreti destabilizzanti per la democrazia, omertoso e schizoide, il progetto del ministro leghista della Semplificazione Calderoli (individuo con notevoli segni di squilibrio psichico) non è mai morto: solo messo in frigorifero per un futuro non troppo lontano, e attualmente il Fiorito del Principato di Filettino vale due Euro, centesimo più centesimo meno (al cambio di oggi) quanto valeva la Lira prima dell’arrivo dell’Euro.
Supponiamo dunque che la mente disturbata del ministro della Semplificazione prenda il sopravvento, quante possibilità ha il premier di fermarlo? Zero. Dopotutto il premier è ancora a palazzo Chigi semplicemente perché si è comprato il silenzio dei suoi complici omertosi, né più né meno, e un tale scenario è talmente assurdo da essere molto aderente alla realtà televisiva spettacolare, che fa della politica della destra berlusconizzata un constante ”consigli per gli acquisti”. Chi fa politica in Italia metterà in conto prima o poi la frequentazione di personaggi ambigui, pazzi pericolosi, delinquenti, pregiudicati che sotto mentite spoglie sfruttano ferocemente il do ut des del potere, e sguazzano felici nel fango gettato a piene mani alimentando il degrado, la decadenza, l’immoralità; in effetti nulla cambia dai tempi della Roma imperiale, e questo secolo XXI berlusconizzato ha soltanto accentuato ciò che è sempre stato latente. Chi frequenta giornalmente la stazione ferroviaria Termini a Roma per esempio, non può non esser testimone di come l’amministrazione Alemanno abbia di gran lunga aumentato il degrado della città; i corridoi della metropolitana della stazione sono la metafora di quello che i cittadini ingannati da una falsa politica di risanamento strutturale urbano hanno creduto giusto fare: i gruppi di pressione imprenditoriali nel contesto politico di centro destra, e un’amministrazione molto corrotta danno spettacolo seguendo dei percorsi mentali con conseguenze disastrose.
Se si entra nell’edificio della stazione dal livello stradale quello che si vede è l’esatto contrario di quello che non si vede, basta scendere le scale ed entrare nel girone dantesco dei “forzati alla mobilità” della metropolitana: percorsi che ti indirizzano ai treni, scritti a pennarello (bontà loro, forse un poco più visibili della penna – e attenzione a non sbagliare direzione); orologi che non funzionano dovesse uno esserne sprovvisto, visto che in un tale contesto anche i secondi sono preziosi; gimcana infinita tra le linee A e B molto confusionaria; il tutto ad una temperatura semi-tropicale sopra i 36 gradi centigradi quando va bene. Al livello stradale invece è tutta un’altra musica (dentro l’edificio però, la piazza antistante la stazione è un costante percorso di barriere architettoniche per raggiungere una qualsiasi fermata dell’autobus): negozi con aria condizionata (non tutti per la verità), luci al neon strategicamente piazzate che inducono all’acquisto, e poco più sotto il centro commerciale; una città nella città fatta di luminarie e costante stimolo alla spesa.
Ancora metaforicamente parlando, in una tale situazione degradata i cittadini (specie quelli più giovani) hanno deciso di raggrupparsi per dire basta a tutto ciò.
E se la piazza come agorà viene vista come luogo pubblico di aggregazione per scambiarsi idee e punti di vista, allora quello che è successo il 10 e l’11 settembre in piazza S. Giovanni a Roma sembra essere la risposta a questo precipitare negli inferi del malgoverno berlusconizzato.
Tutto è partito dalla Spagna con il movimento degli Indignados per arginare una situazione socio-economica sempre più allarmante, verso la quale ci si è coalizzati come alternativa allo strapotere bancario e capitalistico, e la ”costola” italiana del movimento espone nel loro manifesto programmatico quanto segue: “Dal Cile a Israele un movimento di massa sta riempiendo le piazze contro l’indifferenza e la logica del profitto”.
“Non è vero che nulla può cambiare, svegliamoci! La crisi di questo sistema è la nostra opportunità per costruire il mondo che ci immaginiamo! Sappiamo che la crisi in cui versa il sistema, oltre a rappresentare un disagio nella vita di ognuno, può essere un’opportunità di cambiamento per tutti noi, a patto di abbandonare l’individualismo, ricompattando il tessuto sociale disgregato, abbracciando il sentimento di indignazione internazionale che sta aggregando la gente di molti paesi dal Cile alla Grecia, dall’Egitto alla Spagna ad Israele e oltre. La logica del profitto a tutti i costi ha posto in secondo piano la felicità dell’essere umano, la paura e l’indifferenza hanno preso il posto della solidarietà. Per questo il nostro progetto è quello di dare vita ad un movimento assembleare di massa capace di mettere in discussione e trasformare il sistema fin dalle fondamenta. Tornare a far politica, fuori dai partiti istituzionali, fuori dai palazzi, fuori dalle logiche di bottega, sempre uguali a sé stesse. Tornare nelle piazze, riappropriarsi del potere del confronto e della parola, è questa la nostra potenza, al contempo pacifica e rivoluzionaria. Aspiriamo a una società che ponga l’essere umano al centro, al posto dell’economia e delle classi sociali, affinché non sia più possibile lo sfruttamento dell’uomo sull’uomo”, e l’assemblea pubblica in piazza ha come linee guida i 6 punti qui sotto: ”In questa piazza noi tutti ci dichiariamo totalmente pacifici e di non cedere alle istigazioni di persone che la pensano diversamente sia che esse siano parte della folla o forze dell’ordine.
In questa piazza tutti ci dichiariamo apartitici da non confondere assolutamente con apolitici, questo significa che non vogliamo bandiere, simboli od oggetti che ci possono identificare. Ci riconosciamo tutti come esseri umani.
In questa piazza ci dichiariamo noi tutti liberi pensatori pronti ad esprimere i nostri dubbi e i nostri pareri nei gruppi di lavoro per portare all’assemblea proposte che siano qualcosa di più della semplice somma delle opinioni di tutti.
In questa piazza noi tutti garantiamo la totale igiene e cura della medesima incaricandoci di mantenerla pulita e di curarla.
In questa piazza conosciamo il valore dell’ascolto e del rispetto. Rifiutiamo ogni forma di discriminazione. Siamo non violenti, rispettiamo ogni punto di vista.
Quello che stiamo facendo ci sta a cuore e quindi vogliamo rimanere lucidi. In piazza non usiamo né droghe né alcol”.
Il berlusconismo soffocante ormai è arrivato al capolinea; la recente vittoria di Helle Thorning Schmidt in Danimarca, è un ennesimo segnale che le cose stanno lentamente cambiando in Europa e in Italia di conseguenza. In meglio.
Marco Rossi.
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