DALL’APPARTENENZA ALLA TRASPARENZA: OVVERO DALLA STRATEGIA DELLA SIMULAZIONE AL POTERE DISINFETTANTE DELLA LUCE SOLARE.
“Oggi il rischio è che la Costituzione possa essere stravolta non da un colpo di Stato, ma in modo strisciante, occulto subdolo. Quindi bisogna vigilare, non abbandonare il campo”(Norberto Bobbio)
“Non v’è nulla di nascosto che non debba essere svelato, e di segreto che non debba essere manifestato” Con questo invito evangelico si chiude un recentissimo articolo di Fabrizio Galimberti apparso su “Il Sole 24 Ore” a proposito dell’iniziativa del quotidiano dei “Nove impegni per la crescita” vero e proprio Manifesto anti crisi. Una delle proposte del Manifesto – afferma Galimberti – riguarda la questione -chiave della trasparenza: fare in modo, cioè, che bellezze e bruttezze emergano con più nitore di quanto accada oggi. Non bisogna sottostimare il potere disinfettante della luce solare, e da questo punto di vista una utile “riforma a costo zero” sarebbe quella di introdurre nel nostro Paese un Freedom of Information Act (Legge per l’accesso all’informazione Lai), poiché l’Italia è l’unico Paese del G7 a non avere una Lai. Dice Galimberti che la cosa pubblica è troppo spesso “cosa nostra” e la Lai è, in un certo senso il contrario della privacy: la sfera privata deve essere protetta, la sfera pubblica deve essere trasparente. La casa di vetro permette di vedere dall’esterno molte cose. E il vedere, nella maggior parte dei casi sconforta chi si nasconde da qualcuno o qualcosa. Si pensi alle nomine facili, agli amici degli amici. O al mondo oscuro degli appalti. C’è la necessità di passare dal Codice degli appalti al codice negli appalti per disinfettare il sistema consolidato.
Per pensare al futuro bisogna attingere al passato, con un salto del tempo si può andare indietro di duemilacinquecento anni e ascoltare la voce di Pericle mentre nel 461 a.C. Pronuncia il Discorso agli Ateniesi. Parole oggi soffocate ma che dovrebbero essere il breviario per una buona politica per chi fa politica e per chi vive di politica sapendo in questo ultimo caso che vivere di politica è già un “errore del sistema” che deve essere corretto, attraverso un profondo esame di coscienza individuale e collettivo.
E’ l’Italia che ospita la Scuola di Atene di Raffaello o il ciclo di affreschi del buon governo di Ambrogio Lorenzetti nel palazzo civico di Siena che da sempre rappresenta un archetipo di arte civica, imperniata sui valori laici della buona politica. C’è una meravigliosa frase di Aristotele : “Chi è cittadino? E’ cittadino colui che è capace di governare e di essere governato. Nei “Nove impegni per la crescita” non si tratta solo di agire su entrate e spese ma anche di adottare misure che segnino un cambiamento nel modo di operare della Pubblica Amministrazione e restituiscano agli operatori – cittadini e imprese – gradi di libertà e trasparenza nei rapporti con lo Stato. Trasparenza dunque come motore di sviluppo. Per dirla con Celli “ai mediocri che scelgono i mediocri compete il destino di far decadere ogni organizzazione, istituzione, stato o impresa che sia”. Però malgrado la recente e puntuale affermazione del ministro Brunetta che sostiene che una Lai esisterebbe, mancano però le istruzioni per l’uso per renderla da formale a sostanziale. In una parola efficace ed operativa e soprattutto alla portata di tutti. Dice bene il Ministro quando afferma che va superata l’inerzia dei comportamenti e far sì che tanto i dipendenti pubblici quanto i cittadini e le imprese possano diventare parte attiva di un processo “rivoluzionario” creando le condizioni perché tutte le parti in gioco possano compiere scelte razionali. Ecco perché si concorda con lo stesso Galimberti (che già nel “lontano” 2006 affrontò l’argomento) quando suggerisce al Ministro Brunetta di pubblicare anche un “manuale d’uso” , una serie di istruzioni per spiegare al cittadino cosa deve fare concretamente per avere accesso a queste informazioni Su questo viene in mente un passo di Rudolf von Jhering che ben si adatta all’esigenza di una nuova trasparenza garantita effettivamente con uno specifico strumento normativo/operativo:
“Si può definire la legge come l’unione di chi comprende e vede da lontano contro chi vede solo ciò che ha vicino. I primi devono costringere i secondi a compiere ciò che è nel loro interesse. Ma non è nell’interesse dei miopi, per farli felici contro la loro volontà, bensì nell’interesse della comunità. La legge è l’arma indispensabile dell’intelligenza contro la stupidità” . Ecco perché una Lai sostanziale è importante anche per l’economia, per la fiducia nelle istituzioni. Perché ci debbono essere delle regole. E le regole o vanno rispettate o vanno cambiate. Si avverte, dunque, la necessità di un “trattato sulla trasparenza” di Volteriana memoria per indagare il passaggio dalla luce del sole all’oscurità, dalla trasparenza al segreto, dalla sfera pubblica alla sfera privata.
Oggi assistiamo alla riduzione dei costi della politica come una notizia epocale. Invece dovrebbe essere la più naturale delle notizie. In tempi di crisi è giusto tagliare dove non si è mai fatto per volontà del sistema. Sorprende la notizia della necessità della ricerca della trasparenza in un’epoca nella quale ancora si casca dalle nuvole quando il mediocre amico dell’amico occupa il posto di coloro che lo stanno cercando o lo hanno dovuto consapevolmente o inconsapevolmente cedere per un meccanismo consolidato di costi sociali per carriere costruite ad hoc quali controfigure dirette o indirette della politica. Certe cose devono essere trasparenti, se l’accesso al pubblico impiego non è trasparente vi è una palese violazione della
Costituzione. Ma molti casi poco trasparenti si arenano in qualche TAR e combattere una battaglia equivale a dire “non vale la pena” perché i costi superano i benefici oppure perché le cose sono fatte talmente bene da non trovare la prova malgrado tutti sapevano che quel posto sarebbe stato assegnato alla persona x e y. Ecco perché come dice Galimberti “se non si riesce a far avanzare la meritocrazia, possiamo almeno richiedere che la nomina di un dirigente venga assortita dai curricula del nominato e di quelli che non gli sono stati preferiti (sperando che la luce solare ex post possa influenzare le nomine ex ante”.
Che la luce del sole illumini dunque leggi e comportamenti e, per dirla con Bobbio, occorre capovolgere l’utopia per poter vivere e rafforzarsi una democrazia ha bisogno della massima fiducia fra i cittadini, e quindi bandire quanto più è possibile la strategia della simulazione e dell’inganno.
Ecco perchè occorre vigilare e soprattutto non abbandonare il campo perché dai buoni costumi possono nascere buone leggi. Ma non bastano buone leggi a produrre buoni costumi.
Antonio Capitano
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