ARRIVA IN TEMPO L’ITALIA DEI RITARDI?

 

 

Se volessimo riflettere sulle parole si arriverebbe meglio alla comprensione dei concetti. Che cosa vuol dire “manovra”? Di solito si usa questa espressione quando si è alla guida di un’ auto, allora, “fare manovra” vuol dire che in uno spazio più o meno angusto, con una serie di spostamenti ed aggiustamenti calcolati e necessari ci si deve posizionare, parcheggiare o cambiare direzione di marcia. “Fare manovra” quindi, si deduce, è qualcosa che si compie quasi da fermi. Anche le navi “fanno manovra”. Le navi fanno manovra per entrare od uscire dal porto, sia dunque per le operazioni di attracco e di ormeggio, sia per il disancoraggio ed il salpare. Più sono grandi e ingombranti i mezzi, più sono faticose le manovre perché maggiore è l’oculatezza da impiegare nel calcolare gli spazi, compiere i movimenti e limitare i rischi a cose e a persone.

Ma traslando il termine in ambito finanziario vediamo che “manovra” non è altro che un aggiustamento di calcolo che si fa quasi da fermi nel tentativo di cambiare direzione, perché in fondo quasi parcheggiati si è già, e quando si è quasi parcheggiati nella conduzione del “mezzo” economico e fiscale vuol dire che l’inevitabile si è quasi del tutto compiuto e non si sta percorrendo la sola strada provinciale con la propria utilitaria, ma si è quasi sempre sull’arteria a scorrimento veloce dell’Europa e del mondo con tutti gli annessi e connessi correlati: pedaggi, aree di rifornimento, dati di percorribilità, aree di sosta, partenza ed arrivo.

Praticamente siamo sulla direzione di marcia dell’IRAP. Se fossimo a scuola Pierino chiederebbe alla maestra: “ Maestra, che cos’è l’IRAP” e la maestra gratificata dalla curiosità di Pierino risponderebbe: “L’IRAP è l’Imposta Regionale sulle Attività Produttive che deve essere pagata dalle imprese determinando il valore della produzione netta quindi sottraendo al guadagno ricavi e costi di produzione. Trovato il Lordo si va ad applicare l’IRAP cioè quell’aliquota, attualmente pari al 3,9% che determina l’imposta…”. E Pierino aggiunge: “ E’ un problema matematico…papà nell’impresa ci lavora quindi è un problema suo!”

E bravo Pierino ha compreso il problema perché una tassa di 250 milioni di Euro che grava sulle banche ha inevitabilmente un impatto sui conti dell’IRAP e si sa che tutto si riflette sul costo del lavoro.

In questa manovra l’oculatezza va posta sulla omogeneità delle misure prese in considerazione per evitare stangate squilibrate e guarda caso, le misure che riguardano la “stretta della cinghia” degli stipendi dei parlamentari saranno misure da adottarsi in futuro, durante la prossima legislatura o quella che verrà ancora avanti. Ma una decurtazione del 50% di buste paghe eccellenti ridurrebbe l’aggravio su altre “caste” quelle a cui si richiedono misure immediate e strozzature di cinghia reali.

E già, perché se il vantaggio della manovra andrà a favore dell’incentivo alla crescita economica, in quanto la delega si prefigge di dedurre dal reddito d’impresa il rendimento degli incrementi del capitale investito con premio alle imprese virtuose,  lo svantaggio sarà del piccolo risparmiatore, dato che per i conti correnti tradizionali gli interessi riconosciuti sono sostanzialmente vicini allo zero.

In parole spicciole questo vuol dire che il piccolo risparmiatore, tra imposta di bollo e imposta sostitutiva su 10.000 euro in titoli con un rendimento medio nominale del 3% paga imposte pari al 60% del proprio reddito nominale e l’80% del proprio rendimento reale  avendo quindi  un tasso d’inflazione del 2%…e questo è solo un esempio e va già contro l’intento costituzionale di tutelare il risparmio e la progressività delle imposte.

La Delega  per la riforma fiscale parla di “armonizzazione” delle aliquote sulle rendite finanziarie, si considera un’armonizzazione al 20% di tali aliquote, ma non è certo una novità per il mondo economico e  chi s’intende di strategie d’investimento vede bene che chi si avvantaggerà saranno i titolari di conto ad alto rendimento non certo i piccoli risparmiatori.

Ma sui risparmiatori gravano altre situazioni che fanno parte di altre “manovre”, di altre “spremiture” come sembrano essere le lotterie, il gioco del lotto e il mondo delle scommesse che investono sui redditi delle illusioni. Come mai si toglie alla previdenza, alla spesa sanitaria e alla cultura quando i canali di flusso monetario sono molteplici, che direzione di affluenza prendono? La casa brucia! Si fara’ in tempo? E perche’ si interviene sempre in emergenza? La maggioranza silenziosa ci mette sempre una pezza, ma non e’ giusto!

 L’economia gira soprattutto con il lavoro, la forza che introduce nel mercato tutto ciò che poi immette nel circolo economico e finanziario, fondi e capitali, e l’epilogo è sempre lo stesso, l’immagine è sempre ricorrente: quella nei Vitelloni di Fellini… il grande Alberto Sordi che con un segno “forte, chiaro e conciso” si rivolge alla massa indistinta che lavora: “ Lavoratori,…………”!

 

 

 

Marianna Scibetta (con la collaborazione di Antonio Capitano)

 

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