LA MOSTRA IN CONTEMPORANEA AL CASTELLO REALE DI VARSAVIA E A SEGUIRE MADRID, LISBONA E BUENOS AIRES.
Immagini e video di una straordinaria vita quotidiana raccontano la storia di Uomo che ha segnato un’era: Papa Giovanni Paolo II. Un percorso che tenta di svelare anche la sfera intima di un Pontefice che ha donato tutto se stesso al Popolo di Dio.
L’esposizione “All’Altare di Dio”, ospitata dai Musei Capitolini dal 29 aprile al 25 settembre 2011, è promossa da Roma Capitale, Assessorato alle Politiche Culturali e Centro Storico – Sovraintendenza ai Beni Culturali con il patrocinio della Fondazione “Duc in Altum” il cui Presidente è Lorenzo Gulli, già vaticanista e dirigente RAI, e di cui Presidente Onorario è il Cardinal Stanisław Dziwisz che fu il Segretario Privato di Giovanni Paolo II. L’organizzazione è a cura della Società 06Event Srl con i servizi museali di Zètema Progetto Cultura.
La mostra sarà ospitata anche dal Castello Reale di Varsavia dal 17 maggio al 31 luglio 2011 e, a seguire, sarà a Madrid, Lisbona, Manila e Buenos Aires.
Un così ambizioso progetto ha necessitato della disponibilità di un’importante figura professionale, quale quella di Carlo Orichuia, curatore culturale della mostra, già curatore di tutte le coproduzioni di cinema e fiction RAI UNO che ha prodotto l’evento speciale “incontro del Papa con i giovani a Loreto”.
L’esposizione raccoglierà 150 fotografie, firmate dal noto fotografo Vittoriano Rastelli, accompagnate da dettagliate descrizioni in tre lingue (italiano, polacco e inglese). Inoltre, grazie alla collaborazione con la RAI, saranno proiettati diversi video che racconteranno la vita, gli insegnamenti ed il percorso di fede di Papa Giovanni Paolo II ma soprattutto i viaggi, i grandi discorsi, gli incontri istituzionali con le più grandi autorità ecclesiastiche e politiche e l’infinito abbraccio di Karol Wojtyla con i giovani, il suo popolo.
Un’occasione per ammirare i momenti più emozionanti della missione pastorale di papa Wojtyla, caratterizzata dal suo legame speciale con i giovani e con la sofferenza degli altri nella profonda devozione a Cristo e alla Madonna.
“Cari adolescenti e giovani, è a voi che, in modo particolare, rinnovo l’invito di Cristo a ‘prendere il largo’…” Giovanni Paolo II Novo millennio ineunte. “Duc in Altum” cioè “Chiamati a prendere il largo”, Giovanni Paolo II esorta i giovani attraverso la nota scena evangelica in cui Gesù invita i discepoli a gettare le reti per una pesca che si rivelerà prodigiosa. Un Uomo che precorse i tempi sviluppando una sinergia con e tra i giovani di tutto il mondo inventando la Giornata Mondiale della Gioventù, un appuntamento che ha catalizzato un’intera generazione.
La Mostra “All’Altare di Dio” permetterà di sfogliare le pagine del terzo pontificato più lungo nella storia della Chiesa con le fotografie dei momenti più emozionanti.
La rassegna, inoltre, sarà caratterizzata da 5 contributi di autorevoli padri della Chiesa: sulla santità di Karol Wojtyla si sofferma il Cardinale José Saraiva Martins; sulla sofferenza il Cardinale –medico Julián Herranz; dell’amore per la Chiesa, per Roma e per la sua patria parlano il Cardinale Giovanni Battista Re e il Cardinale Camillo Ruini; il grande tema della pace è affrontato dal Cardinale Renato Raffaele Martino. L’acuto obiettivo di Vittoriano Rastelli, per tanti anni al seguito di Giovanni Paolo II in Italia e nel mondo, ha colto i momenti forti e i gesti più salienti del pontificato di Giovanni Paolo II che rivivono, agli occhi del visitatore, attraverso le immagini presentate.
La Devozione di Giovanni Paolo II
Le fotografie di Rastelli non raffigurano solo le istantanee degli eventi religiosi presieduti dal Papa perché l’autore non guarda solo al fatto ma anche, e soprattutto, all’interiorità dell’uomo che ne è al centro e che, pur nel mezzo di folle oceaniche, incarnava uno stretto rapporto con Dio. Vediamo allora la preghiera, la riflessione, il raccoglimento, la meditazione di Giovanni Paolo II, in una parola il completo abbandono a Cristo in ogni circostanza.
Filiale è la sua devozione alla Madonna, appresa fin dalla più tenera età dall’amatissima madre Elena e fortificata nel tempo attraverso circostanze e prove anche drammatiche. Guardando le immagini avvertiamo il “colloquio” con Maria che scandisce tutti i passi della vita del papa polacco. Cristo, Maria e il mistico di Wadowice si potrebbe dire che sono un unico mistero!
La mostra interpreta questa dimensione centrale della spiritualità in Karol Wojtyla presentando una selezione di immagini incentrate sui dettagli del volto e dei gesti del Pontefice, capaci di rivelare la natura più intima di Giovanni Paolo II e, nel contempo, racchiudere e raccontare quella di tutti gli uomini.
“La risposta decisiva ad ogni interrogativo dell’uomo, in particolare ai suoi interrogativi religiosi e morali, è data da Gesù Cristo, anzi è Gesù Cristo stesso” Giovanni Paolo II, Veritatis Splendor
Il Papa tra la gente e la sofferenza
I visitatori della mostra si stupiranno nel non trovare esposte le immagini, pur tanto care e ancora impresse nella memoria di ciascuno, degli ultimi anni di Giovanni Paolo II, pesantemente segnati dall’avanzare della malattia. Non si tratta di una dimenticanza ma di una scelta voluta e condivisa dall’autore e dai curatori: poiché il Papa è ormai un santo, desideriamo mostrarlo con un corpo sano che sia, in qualche misura, specchio di quello trasfigurato che accoglie le anime elette dopo la morte. D’altro canto, per mostrare il rapporto del Papa con la sofferenza non era necessario farlo vedere malato: infatti ben pochi hanno saputo avvicinarsi alla sofferenza dell’uomo con tanta umiltà e sentimento quanto Giovanni Paolo II, che ad ogni messa e in ogni visita voleva che i malati e i disabili fossero in prima fila e ci fosse sempre il tempo di incontrarli uno ad uno. Molte fotografie testimoniano questi momenti intensi e indimenticabili.
Nessun Papa ha incontrato tanta gente quanta Giovanni Paolo II che è diventato un vero e proprio cittadino del mondo, che ha conosciuto popoli e paesi, che ha capito e interpretato tutte le lingue ed ha colto in ogni cultura, anche in quelle apparentemente più distanti dal cristianesimo, le radici comuni che rendono gli uomini e le donne di ogni civiltà e condizione fratelli e sorelle. Gli scatti di Vittoriano Rastelli che si aprono su mondi e volti diversi sembrano, così, fare propria quella famosa esortazione lanciata da Giovanni Paolo II sin dal suo primo discorso del 1978, diventata subito il motto del suo pontificato e la chiave per costruire una rete di relazioni capace di superare i confini tra gli Stati e regalare ai popoli coesione e fiducia:
“Non abbiate paura, aprite anzi spalancate le porte a Cristo, alla Sua salvatrice potestà, aprite i confini degli Stati, i sistemi economici come quelli politici, i vasti campi di cultura, civiltà e di sviluppo. Non abbiate paura. (…)”
Queste parole dirompenti per Papa Giovanni Paolo II non furono solo uno slogan: egli per primo le tradusse in realtà con atti e gesti altrettanto travolgenti e lontani dal tradizionale protocollo: lo rivediamo, nella mostra, scendere i gradoni della Basilica di San Pietro andando, ad gentes, incontro alle moltitudini. Quel gesto, tante volte ripetuto, con il quale Sua Santità si abbandonava alla folla, rappresenta un ideale abbraccio della Chiesa tutta al suo popolo. Come pure quello di impugnare con entrambe le mani la Croce Pastorale, innalzandola con vigore verso il Cielo, come a dire siamo ancora qui all’insegna del rispetto, della fiducia, della pace.
Giovanni Paolo II è stato il Papa dei giovani e di una Chiesa giovane, pur nella fedeltà ad una millenaria tradizione. Vittoriano Rastelli, fotografando il Papa, ha ritratto anche generazioni di “papaboys”, che si susseguono pure nella mostra. Dai giovani il Papa traeva ispirazione e forza, donando loro un grande orizzonte ideale per la vita e un incoraggiamento a non avere paura del futuro. Per loro, com’è noto, ha istituito la Giornata Mondiale della Gioventù – che Benedetto XVI ha voluto continuare – e le fotografie hanno immortalato questi eventi epici in cui milioni di giovani provenienti da tutto il mondo si riunivano rapiti dalla calma, dalla fermezza, dall’innovazione e dalla modernità delle parole di un uomo unico che ha segnato la storia e cambiato la vita di fedeli e non, offrendogli una nuova prospettiva.
“C’è un proverbio polacco che dice: “Kto z kim przestaje, takim si?”. Vuol dire: se vivi con i giovani, dovrai diventare anche tu giovane. Così ritorno ringiovanito. E saluto ancora una volta tutti voi, specialmente quelli che sono più indietro, in ombra, e non vedono niente. Ma se non hanno potuto vedere, certamente hanno potuto sentire questo “chiasso”. Questo “chiasso” ha colpito Roma e Roma non lo dimenticherà mai!” Giovanni Paolo II, Tor Vergata, Giornata Mondiale della Gioventù 2000.
Il Papa nel mondo
Sono più di 100 i viaggi apostolici oltre i confini italiani compiuti da Giovanni Paolo II, un papa che ha coperto una distanza maggiore rispetto a quella fatta da tutti gli altri papi messi insieme per portare a compimento il progetto missionario che caratterizza tutto il suo pontificato, quello di portare il Vangelo a tutte le genti costruendo un ponte tra nazioni, popoli e religioni. La macchina fotografica di Vittoriano Rastelli è stata fedele cronista di una miriade di appuntamenti ed eventi in ogni continente, che spesso hanno segnato pietre miliari sul lungo cammino della riconciliazione tra i popoli, del dialogo interreligioso e del progresso dell’ecumenismo. Tra le visite passate alla storia ricordiamo quella nel Regno Unito, la prima per un papa cattolico, quella in Romania, prima in un paese a maggioranza ortodossa, quelle comp”text-align: justify;”%3 il loro contributo al processo di liberazione dell’ex “cortina di ferro”, e tante altre che la mostra ricorda. Colte non solo attraverso gli scatti “ufficiali” degli incontri con capi di stato e autorità ma soprattutto con quelle che ritraggono il rapporto con i fedeli, gioioso e commovente, un tributo all’infinita voglia del Pontefice di conoscere,vedere e capire.
“La verità, infatti, non può mai essere limitata al tempo e alla cultura; si conosce nella storia, ma supera la storia stessa” Giovanni Paolo II, Fides et Ratio
Grazie alla collaborazione con Alitalia e Federalberghi l’evento sarà promosso negli aeroporti e nelle strutture ricettive della città.
Intervento del Sindaco di Roma.
“Sono onorato di potere dare il mio contributo al catalogo di questa prestigiosa mostra, che sin dal titolo riassume in sé tutti gli aspetti della poliedrica e straordinaria personalità di Giovanni Paolo II.
Questa iniziativa, inoltre, sancisce in maniera ancora più profonda il legame speciale tra due capitali, Roma e Varsavia, unite nel nome di Papa Wojtyla. E in un certo senso suggella in maniera profonda il rapporto di amicizia, affetto e stima tra il popolo italiano e quello polacco.
Le celebrazioni per la beatificazione di Papa Giovanni Paolo II, il prossimo 1° maggio 2011, sono un’occasione significativa per ricordare e raccontare nuovamente la storia di un uomo che ha cambiato il cuore del mondo e il corso della storia sul finire del secolo appena concluso.
Roma Capitale, attraverso questa mostra, vuole ricordare Giovanni Paolo II come Pontefice che ha lasciato un segno indelebile, nella storia del Cristianesimo ma anche in quella dei popoli europei e mondiali. Papa Wojtyla è stato un emblema, una guida per i credenti come per i laici, un Pontefice il cui contributo è stato determinante per la sconfitta del Comunismo e di tutte quelle dottrine che volevano cancellare la dignità e la libertà più profonda e autentica dell’uomo e della persona.
L’obiettivo della mostra è anche quello di rievocarne la particolare capacità di comunicazione con tutti i popoli della Terra, che hanno trovato in lui una figura di straordinaria forza nel trasmettere la bellezza delle fede e dei valori ad essa connessi.
I Musei Capitolini saranno la cornice di un itinerario che riattraverserà la vita, i viaggi, gli incontri con i giovani e i popoli di tutto il mondo, ma anche i momenti di sofferenza, il testamento spirituale, il percorso della causa di beatificazione, le testimonianze del cambiamento del cuore e quelle della carne.
Abbiamo voluto questa esposizione proprio nel cuore di Roma, il Campidoglio, per testimoniare l’affetto della nostra città per questo grande ed indimenticabile Papa, Vescovo di Roma”.
Giovanni Alemanno
Sindaco di Roma Capitale
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