FEDERUTILITY ANNULLA LA STAFFETTA DELL’ACQUA PER EVITARE UNA FIGURACCIA. DIFESA DEL RESPONSO REFERENDARIO ANCHE DA SEMPLICI CITTADINI. INDETTA UNA MANIFESTAZIONE PER IL 26 NOVEMBRE.
La resistenza dei popoli del Sudamerica e dalla riappropriazione del bene comune acqua, contro le multinazionali (perlopiù francesi), tra cui spicca la lotta di Cochabamba., ispirò nei primi anni del Terzo Millennio il movimento dell’acqua, che sta continuando ad impegnarsi con forza, nonostante i silenzi delle istituzioni e di tanti mezzi d’informazione, anche dopo la straordinaria vincita dei SI ai due referendum sull’acqua di Giugno 2011.
Il forum italiano dei movimenti per l’acqua – che ha sempre avuto oltre all’intento di denuncia anche quello di proposta – aveva già richiesto (e lo sta rifacendo ora) che la gestione del servizio idrico integrato fosse regolata da una proposta di legge per la quale sono state raccolte oltre 400 mila firme, inoltrata al governo Prodi nel 2007, che è stata affossata e non presa più in considerazione.
Il caso affidato all’On. Lanzillotta (Pd ora Api) con il compito di privatizzare i servizi pubblici, cosa che quel governo non fece in tempo a implementare. Altrimenti i referendum proposti contro il decreto Ronch, avrebbero avuto come obiettivo una legge espressa da un governo di centrosinistra.
Su fronte del NO, Il comitato Acqualiberatutti per il No ai referendum è stato beccato con le mani nel sacco perchè voleva prendersi i rimborsi elettorali delle organizzazioni referendarie, a denunciare il fatto è l’ Ufficio Stampa Forum Italiano dei Movimenti per l’Acqua che afferma:
“La Gazzetta Ufficiale ha pubblicato la delibera sui rimborsi elettorali che spettano al Comitato Referendario 2 Sì per l’Acqua Bene Comune. Scorrendo il testo un passaggio ha attirato la nostra attenzione. Scopriamo che il dottor Iannamorelli, per conto del Comitato Acqualiberatutti ha diffidato la Presidenza della Camera all’erogazione del rimborso elettorale chiedendone l’accreditamento su un conto corrente intestato al suo Comitato”. Il caso era emerso l’estate scorsa, prosegue il Comitato: “Già dal primo agosto, prima ancora che noi chiedessimo il rimborso, i sostenitori del No ai referendum avevano messo in atto una goffa iniziativa per farsi intestare il rimborso elettorale. Un patetico tentativo di appropriazione indebita, su cui il Comitato Promotore si riserva di adire le vie legali”.
“Ci permettiamo ricordare ai componenti il Comitato AcquaLiberatutti che il Comitato Referendario intende utilizzare il contributo per restituire ai singoli cittadini ed ai comitati le sottoscrizioni con cui hanno sostenuto la campagna referendaria. Un metodo trasparente di utilizzo del denaro pubblico che vuole premiare la partecipazione dei cittadini e dei comitati che hanno reso possibile il successo referendario. È a loro che l’illegale e goffo tentativo messo in atto avrebbe sottratto il denaro. La nostra campagna referendaria è stata uno straordinario esempio di partecipazione democratica, evidentemente incomprensibile a chi ha a cuore solo le logiche del mercato, del profitto e del guadagno”. Ma le denunce di stravolgimento dell’esito referendario, non vengono solo dalle associazioni o comitati ma anche da singoli cittadini, infatti: Stefano Vimercati un cittadino di Samarate (Varese) scrive sul giornale ambientalista AATERRANUOVA per indignarsi – citando don Milani che affermava il principio secondo cui l’obbedienza non era una virtù, se si trattava di obbedienza al potere che produceva ingiustizia sociale – contro il sindaco del Mario Aspesi – attuale sindaco, al secondo mandato, di Cardano al Campo (Va) e capogruppo in consiglio provinciale per il Partito democratico e ora nominato presidente di AMSC Gallarate – che rinnega l’esito dei referendum sull’acqua pubblica del 12 e 13 giugno 2011.
“Con il primo dei due quesiti referendari, – ricorda Vimercati – si abrogava l’obbligo alla privatizzazione dell’acqua; con il secondo dei quesiti si abrogava la possibilità di fare profitti sull’acqua (e dunque, di prassi, la costituzione di spa, sia di carattere totalmente pubblico o privato o miste pubblico – privato)”. Invece Aspesi ha parlato attraverso organi di stampa locali dell’entrata dei privati in AMSC( Azienda Multiservizi Comunali S.p.A.)
Il senso forte dei referendum sull’acqua, i più votati – 26 milioni di SI – dei quattro votati e con la percentuale maggiore, non era, se non marginalmente, una “sberla”, al Governo Berlusconi, ma è stato soprattutto un voto in difesa di un bene comune, l’acqua che, per sua natura, dono del creato ed essenziale fonte di vita, non può essere né privatizzata, né soggetta a remunerazione di capitali.
Un esito referendario quasi dimenticato dall’apparato politico istituzionale e dove l’insieme dei forti poteri economici e politici delinea un unico obiettivo: rimuovere, negare e depotenziare la straordinaria vittoria referendaria.
Altra “denuncia” del Forum Italiano dei Movimenti per l’Acqua è che: Federutility (Federutility è la federazione italiana che riunisce le Aziende di servizi pubblici locali dei settori idrico ed energetico, e le rappresenta negli organi governativi nazionali, europei e mondiali: Ceep, Cedec, Eureletric, Iwa. ) annulla la tappa romana della Staffetta dell’acqua. Paura dell’ennesima figuraccia?
“Federutility aveva annunciato per ieri, in collaborazione con Acea, – si esordisce nel comunicato stampa – la tappa romana della sua Staffetta dell’Acqua. Una manifestazione che il Forum Italiano dei Movimenti per l’acqua ha contestato ad ogni appuntamento fin dalla sua partenza a Genova a settembre. In ogni tappa i comitati per l’acqua pubblica (quella vera) erano molto più numerosi, colorati e rumorosi della manifestazione stessa. Ma oggi ad attendere l’arrivo di Mennea, nella splendida cornice del Fontanone del Gianicolo, c’erano solo le cittadine e i cittadini che avevano accolto l’invito del coordinamento romano acqua pubblica, muniti di bandiere striscioni e volantini”.
La tappa di ieri è stata infatti annullata senza alcuna spiegazione ufficiale né preavviso, tanto che smarriti poliziotti, chiamati dall’organizzazione per garantire l’ordine pubblico, hanno chiesto agli stessi attivisti del crap presenti delucidazioni su questo improvviso annullamento.
È evidente che Federutility ha ritenuto opportuno sottrarsi ad ulteriori brutte figure, cancellando un ennesimo appuntamento fallimentare dal punto di vista comunicativo. Speriamo sia chiaro agli organizzatori della staffetta dell’acqua “privatizzata” che i cittadini italiani non sono disposti a credere ai loro inganni: chi organizza iniziative propagandate come “in continuità coi referendum” rappresenta proprio quelle imprese che continuano a fare profitti sull’acqua, ignorando l’esito referendario.
Ora gli amministratori e gli imprenditori che gestiscono il servizio idrico devono preoccuparsi solo di una cosa: dare seguito alla volontà espressa il 12 e il 13 giugno dalla maggioranza assoluta del Paese, portando l’acqua fuori dal mercato ed eliminando la possibilità di fare profitti sull’acqua, restituendo questo bene alla categoria dei beni comuni, cui naturalmente appartiene.
Su acqua e referendum indietro non si torna: continueremo a lavorare fino alla completa ripubblicizzazione del servizio idrico.
Il Movimento per l’acqua forte dei 26 milioni di italiani che si sono espressi positivamente sui Referendum sull’acqua proposti, ritiene che “sia molto più ampio rispetto agli attivisti veri e propri, e come ad esso guardino con “speranza” non solo le cittadine e i cittadini che hanno votato, ma anche i movimenti che in questa critica fase stanno scendendo in piazza contro i dettami della Bce e la voracità delle banche”.
In questo senso lancia , “la manifestazione del 26 novembre” dove si possa percepire una mobilitazione in cui tutti si sentano “a casa”, nella quale i temi dell’acqua si intreccino in modo esplicito con i temi che in questo momento mobilitano tutte le piazze del mondo.
Straordinario un commento internazionale di Francisco Praciano (Deputado Federal del PT Amazonas) dopo la vittoria dei referendum : “considero l’acqua un patrimonio dell’umanità, perciò un diritto del popolo che mai avrebbe dovuto essere privatizzato. E’ per questo motivo che ho lottato contro la privatizzazione della gestione idrica a Manaus. Purtroppo non ho avuto successo. Loro (i privatizzatori) hanno, invece, raggiunto il loro obiettivo. Le aziende private hanno firmato un contratto di concessione con lo Stato e, come c’era da aspettarsi, non hanno rispettato e non rispettano quello che è stato contrattato: non hanno ampliato la copertura di fornitura idrica, non hanno migliorato la qualità dei servizi, hanno aumentato assurdamente il prezzo della tariffa, hanno degradato la gestione del servizio idrico. Infine, la prima azienda concessionaria ha abbandonato la gestione, passandola ad un’altra azienda privata e i servizi continuano precari.
Per tutte queste ragioni, per la pessima esperienza nella città di Manaus – e per la conoscenza che abbiamo di simili esperienze in tutto il mondo – mi congratulo con il popolo italiano per l’intelligente decisione di non permettere più la privatizzazione dell’acqua nel paese. Spero questo sia un esempio da seguire in tutto il mondo.
Giorgio De Santis
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