BARBARA FOLCHITTO “FOLGORATA” DA VITTORIO GASSMAN.
L’ATTRICE RACCONTA COME, LAVORARE A FIANCO DEL GRANDE MAESTRO, L’ABBIA CONDOTTA VERSO IL SUO PERCORSO ARTISTICO.
Non la vedi sempre sulle copertine patinate, nei rotocalchi, o protagonista dei gossip, ma Barbara Folchitto ha un curriculum di tutto rispetto. E’ un’attrice impegnata. Si è diplomata in recitazione alla “Royal Academy” di Londra. In teatro ha ricoperto ruoli disparati, dal “Bugiardo” di Goldoni all’ “Edipo Re” di Sofocle, “La bottega del pane” di Berthold Brecht, “Madre e assassina”, fino alla recente commedia di Lillo “L’importante non è partecipare ma vincere”.
Al cinema la abbiamo apprezzata ne “La finestra di fronte”, “Le fate ignoranti”, “Cuore sacro”, “Provincia meccanica”.
Non ha disdegnato neppure la televisione. Apparizioni in “Anna e i cinque”, “Medicina generale”, “I R.i.s.”, “Distretto di polizia”, e, per la tv Spagnola “Pasolini, un poeta en la playa”. Si può definire attrice a tutto tondo.
Una curiosità: nel 2007, forse qualcuno la ricorderà, è stata testimonial nello spot della Telecom…
…sorride…- “ho iniziato giovanissima”- ci racconta – “a 19 anni, con Brusati, nel film “Lo zio indegno”, con un cast eccezionale: Vittorio Gassman, Giancarlo Giannini, Andrèa Ferrèol, Stefania Sandrelli. Fu una cosa del tutto casuale. Ero studentessa universitaria, e mi accadde questa cosa meravigliosa. Dopo, anziché continuare su questa strada, mi spaventai. Capii che era un lavoro tosto, serio. Ho proseguito nei miei studi, mi sono laureata, ma il sogno di recitare non mi era passato. Così, come regalo di Laurea, da parte dei miei genitori, ho chiesto di finanziarmi un soggiorno a Londra per studiare. Lì mi sono diplomata alla “Royal academy” e sono tornata in Italia con questo meraviglioso bagaglio, convinta di trovare subito la situazione lavorativa adeguata. Ovviamente non è stato così. Grande fatica per farsi conoscere, trovare la compagnia giusta, l’agenzia che produca film interessanti, con ruoli disparati. Per me è importante la differenziazione dei ruoli, è una sfida! “
C’è un’ evento che l’ha definitivamente convinta ad intraprendere la carriera artistica?
“L’ incontro con Vittorio Gassman! E’ stato fortissimo e determinante. Devo dire sinceramente che non ho mai voluto fare la Psicologa del lavoro, facoltà in cui mi sono laureata, ma, recitare. Io, sin da piccola, andavo a teatro. Ad otto anni andai al Valle a vedere “Enrico IV”, e, da lì, mi sono innamorata. La mia passione è iniziata andando a teatro. Ho visto i grandi del teatro…Edoardo, Paolo Stoppa. Guardare loro è stata una grande scuola. Lavorare con Gassman poi, una grande fortuna.”
E..dopo Gassman?
“Ho partecipato anche ad un cortometraggio, “Marta con la A”, con Emiliano Corapi, un’ esordiente. Abbiamo fatto un buon lavoro sul personaggio di questo corto, approfondito e bello, con lui che mi ha condotta nel ruolo, con tale passione, da farmi arrivare a vincere il Nastro d’argento per la sezione corti.”
Si sente a suo agio sul palco?
“Prima di iniziare, ho una paura tremenda! Stringo i pugni e penso ce la farò anche stasera!
Davanti alle cineprese, invece, mi sento molto a mio agio. Non ho mai paura. Mi sento a casa. Forse perchè ho un contatto visivo ravvicinato. Penso che posso lavorare sulle sfumature, cosa che, a teatro non si può. Mi diverto a cercare le piccole cose che “parlano” più delle stesse parole. Mi piace lavorare sui silenzi, sulle pause, sugli sguardi.”
Cosa la entusiasma?
“A parte gli spaghetti al pomodoro? Il cioccolato, che mangio ogni giorno, perfino d’estate! E poi, recitare. Anche se, ogni volta che affronto un personaggio, sono presa dal panico, perchè penso di non farcela. Poi lo supero. E poi è bello il lavoro con i compagni. Avere buoni compagni di lavoro è stimolante, fa crescere il personaggio e la storia dello spettacolo stesso.”
Se dovesse descriversi…?
“Insicura. Lavorativamente ho la tendenza a giudicarmi troppo e pensare ma sarò piaciuta? Sono una perfezionista. Però è anche uno stimolo per fare sempre meglio.”
Loredana Filoni
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