VIVISEZIONE: MIGLIAIA DI ANIMALI TORTURATI PER UN ROSSETTO.
Torturati e seviziati per un rossetto o per un sapone da barba. Qui non ci sono scuse, quelle che ricercatori senza scrupoli, e persone che non riescono a rendersene conto, accampano quando si tratta di vivisezione. “Eh, ma alla fine, se deve morire un cane per il bene dell’uom”. Balle, come ormai sappiamo, dall’evidenza di malattie, come l’Alzheimer e la demenza senile, che non hanno fatto altro che regressi (e non progressi) perché si è provato studiarle su ratti e topi che non ne soffrirebbero mai in natura.
Nel caso dei cosmetici non c’è neanche questa scusa dunque. O qualcuno forse è dell’idea che, per il profumo irresistibile con le donne (o gli uomini), valga la pena massacrare migliaia di cavie? La tossina botulinica, utilizzata largamente oggi come preparazione farmacologica e in medicina estetica, viene testata su centinaia di migliaia di topi vivi. Per consentire a uomini e donne di combattere contro il naturale invecchiamento, abolendo in qualunque modo anche le più piccole rughe, queste cavie muoiono dopo una lenta agonia e spasmodiche convulsioni, dovute all’iniezione di elevati dosaggi del principio cosmetico che provoca paralisi del sistema respiratoria conducendo a morte per soffocamento.
Nonostante esista da anni un test praticamente perfetto, che viene fatto sulle lacrime dell’uomo, si continua imperterriti a usare il Draize test che massacra le cornee o brucia la pelle di milioni di cavie reclutate per provare la tossicità di questo profumo o di quell’after shave. Il 2 -3 di aprile e il 9-0 dello stesso mese, la Lav sarà in centinaia di piazze italiane per raccogliere firme, le stesse che potete anche inviare per via telematica cliccando sul seguente link. Ciò che si vuole evitare è un ennesimo slittamento di quello che dovrebbe essere il termine assoluto della sperimentazione animale per i cosmetici, individuato dall’Unione Europea nell’11 marzo del 2013, con una piccola clausola, lo slittamento di 10 anni qualora non sia stato trovato un test alternativo adeguato.
Figuratevi, con tutto il business che c’è sotto, se gli esperti, pagati dalle ditte di belletti, non sono già al lavoro per dimostrare che quel test sostitutivo non sostituisce gli occhi di un coniglio. D’altronde non sarebbe certo il primo slittamento della data ultimativa. Ormai non si contano neanche più Il fatto è che, dietro il mondo della vivisezione (ancora più odioso se si pensa a dei banali cosmetici) ruotano affari di miliardi di euro, sotto forma di laboratori, produttori di cavie, “scienziati”, istituti di ricerca, fino a mamma università. Per questo dunque, l’invito pressante è quello di seguire la Lav in questa sacrosanta battaglia, o andando in piazza o firmando dal comodo computer di casa. Il rossetto non vale
certo la vita neanche dell’ultimo dei topi.
Oscar Grazioli
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