76° FIERA DEL LEVANTE, LA MUSICA E’ FINITA, GLI AMICI SE NE VANNO, ED I PROBLEMI RESTANO PIU’ PREOCCUPANTI CHE MAI


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All’ inaugurazione della 76° Fiera del Levante tra le tante cose dette in termini di prospettive economiche, che personalmente ancora non vedo, ho inteso che l’ambientalismo fondamentalista deve coniugarsi con la produzione industriale inquinante, come auspicato dal Presidente Vendola, mentre per quanto riguarda il Presidente del Consiglio Monti questi ha detto che per Taranto i 336 milioni di euro sono deputati alle bonifiche ad al ripristino ambientale ma non vi è un euro per alternative economiche al polo industriale, anzi, ha ribadito che l’Italia non può rinunciare all’acciaio e che a Taranto non si può rinunciare alla sua produzione da rendere ecocompatibile.

Io ribadisco che questa favola dell’ecocompatibilità ambientale di una acciaieria che mezzo secolo di vita, conosciuta come una delle più grandi ed inquinanti d’Europa, le cui ciminiere sono a pochi metri dalle finestre degli abitanti dei Tamburi, con 80 ettari di parchi minerali da sempre a cielo aperto contigui alla città, e che ha perpetrato negli anni l’inquinamento che ora è inesorabilmente descritto nero su bianco nelle pagine di un decreto di sequestro della magistratura tarantina , deve cessare e si deve immediatamente procedere all’applicazione del principio che “chi inquina paga” e risarcisce operai, popolazione e territorio.

Bisogna dare a livello politico ed economico una prospettiva vera, concreta e di sviluppo ecosostenibile se ci si vuole atteggiare ad essere cittadini che guardano al futuro, c, e vivono in Europa per cui le migliorie, gli aggiustamenti che si vorrebbero far passare con una revisione di AIA non incideranno mai positivamente sull’ambiente e meno che mai sulla salute della gente di tutta la provincia ionica e non solo di Taranto.

Mi lascia oltremodo basito il silenzio fino ad oggi mantenuto dal Ministro alla salute in considerazione del fatto che “il diritto che non accetta contemperamenti o compressioni di sorta è il diritto alla vita e quindi il diritto alla salute, che non si può piegare all’iniziativa economica privata”, questo ribadisce la nostra costituzione.

Sicuramente la delusione maggiore è data dalla sintonia di vedute tra certa politica e industrialismo inquinante eppure l’industria è rappresentata nelle civiltà progredite da green economy, da rispetto della sicurezza, della libertà e dignità umana, meno che mai da depauperamento di economia naturali del territorio come è accaduto per la zootecnia, per la mitilicoltura, comprese tutte le conseguenze negative che il settore agroalimentare ha di riflesso ricevuto.

Ormai sono in aperto disaccordo con l’assessore all’ambiente Nicastro che a questi miei appelli replica: “ che non si salva l’economia della regione coltivando zucchine” eppure tutti conoscono i dati positivi dell’agroalimentare in Puglia ed in Italia rispetto a quelli della siderurgia in crisi; e l’agroalimentare è solo una delle tante prospettive possibili.

Se Nicastro è soddisfatto della legge sul benzopirene e Vendola ritiene che l’ultima legge con la valutazione di danno sanitario (eppure ad oggi siamo ancora senza dati rinvenibili da un registro tumori completo e da mappe epidemiologiche) possano riscontrarsi esiti positivi sulla popolazione si sbagliano. Le leggi non serviranno a nulla e stando così le cose per diminuire l’impatto sanitario delle varie industrie inquinanti sul territorio ionico in primis dell’ILVA dopo anni di colpevole inquinamento se le cose non cambiano in una prospettiva economica e lavorativa totalmente nuova e diversa constateremo solo maggiori effetti negativi sulla salute.

 

Dr. Patrizio Mazza

Consigliere regionale della Puglia per l’Italia dei Valori

 

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