La prima serata del lunedì è sempre dedicata a Voyager e come al solito il dubbio nasce spontaneo: sarà Voyager o Boyager?
Questo programma a volte è interessante e ben fatto e altre dovrebbe cambiare nome ed essere condotto da Elio… diventerebbe più serio.
Al di là della scelta dei temi, non sempre ortodossa, a volte troviamo affermazioni volutamente assurde; dal dare per scontato cose che non lo sono affatto, come quando parla dei fantasmi o dei vampiri, al mettere in ogni dove i Templari; ci mancano solo sulla luna.
Trovo pessimo il rapporto che ha questo programma con il paranormale: non pone i dubbi che sono d’uopo, mettendo il paranormale stesso sullo stesso piano delle certezze che si possono ottenere con metodi scientifici.
L’ultima puntata, ad esempio, ha parlato del Progetto Stargate, ponendolo come un successo.
Il progetto Stargate consisteva nell’usare i cosiddetti sensitivi che avrebbero dovuto, dalle loro poltrone, usando i poteri della mente, “vedere” a distanza cose d’interesse come ad esempio installazioni militari sovietiche.
Il progetto fu abbandonato perché solo il 20% circa delle visioni era veritiero, quindi tutto ciò era inattendibile e quindi inutilizzabile.
Bisognerebbe avere un approccio più esteso e disteso al paranormale, spiegando in primis, che paranormale è ciò che la scienza non ha capito.
L’errore in effetti è doppio:
da un lato si pone una cesura tra due categorie, una comprendente concetti come: anima, Fede, Dio, trascendente, filosofia, telepatia, al di là, ecc. e dall’altro: logica, scienza, matematica, fisica, tecnologia, ecc.
il secondo errore è pensare che la scienza possa e debba spiegare tutto.
La scienza sarà sicuramente l’approccio più corretto al sapere ma è anche il più lento ed il più superficiale.
La scienza vede solo la materialità delle cose ed in più ha solo la forza ed il compito di spiegare come le cose accadono e non il perché, come ad esempio cerca di fare la filosofia e la Fede.
Quindi, riportando ciò suddetto sulla realtà, ci accorgiamo che la più potente fonte di sapere non è quella cosciente, come la scienza, ma è quella incosciente, cioè l’istinto.
L’istinto ti permette di arrivare con certezza ed immediatezza alla soluzione a differenza della scienza che non fa altro che risolvere un mistero per ritrovarsene tre… del resto questo è il bello del conoscenza… pensate che mondo noioso un mondo dove si conosce tutto.
Da ultime scoperte sappiamo con certezza che esistono forme di telepatia, che le potenzialità del nostro cervello sono molto più ampie… come se noi usassimo un megacomputer per fargli fare le quattro operazioni; ma lasciando per un attimo il metodo scientifico possiamo addentrarci in quello empirico, di certo non peggiore, per scoprire, ad esempio, che invece di affidarci alle “volubili” previsioni del tempo possiamo osservare le mosche che a fine estate sanno benissimo quando comincia il freddo rifugiandosi esattamente il giorno prima fastidiosamente in casa; per non parlare di ciechi che oltre a sentire tutto basta che ti toccano per “sentire” chi veramente sei.
Riportando il metodo scientifico, ad esempio sui vampiri e sui fantasmi, potremmo dire che l’immaginario vampiresco nasce dal fatto che ai morti continua a crescere per un certo periodo capelli e unghie, tanto da far credere che continuassero a vivere, magari di notte, oltre a questo aggiungiamoci la Porfiria, una rara ed ereditaria malattia enzimatica del sangue che in varie forme può provocare pelle diafana, fotosensibilità, forti eruzioni cutanee, denti rossi e forti emorragie; tanto che nel passato la Porfiria veniva curata bevendo sangue.
Concludiamo questo “paradigma vampiresco” con la sindrome di Renfield, una sorta di depravazione che instaura un forte legame tra la sessualità e il procurarsi sangue con tagli cutanei creando il cosiddetto “vampirismo criminale”.
Concludendo questa inesauriente carrellata di paranormale con i fantasmi, possiamo dire che la loro esistenza non è da escludere, semplicemente perché la scienza ha appurato che esistono altre dimensioni e forme dimensionali e l’”al di là”, almeno per chi ci crede, è per forza un viaggio transdimensionale che ha dinamiche sconosciute e a volte imprevedibili.
Udm
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