Poi uno dice che i cittadini si stanno allontanando dalla politica: la manovra finanziaria agostana è pensata interamente con i propri elettori in testa, contro la parte onesta del “popolo delle partite iva”, e a favore dello zoccolo duro dell’elettorato berlusconizzato – quello che il fisco lo evade – invece; quello che vende pacchetti di voti al rappresentante governativo di turno per poi ricattarlo in seguito, legittimando, va da sé, il reato di voto di scambio.
Secondo il detto “E’ inutile dire: ‘non mi occupo di politica’, tanto la politica si occupa di te”, la compravendita di voti funziona in questo modo: i “cacciatori di teste” berlusconizzati, all’epoca della nascita del partito-azienda Forza Italia, venivano sguinzagliati a caccia di persone che – secondo il canone del kit del decalogo forzista – “avessero spiccate caratteristiche comunicative, carisma, avvenenza fisica (la classica “bella presenza”), ascendenza sugli altri, capacità di convincere il prossimo”; insomma, bravi venditori.
Tali individui venivano selezionati attraverso un tirocinio improntato al portare in superficie la rabbia, la malvagità, la capacità di offendere, la volgarità, il fanatismo, l’esaltazione al credo violento, razzista, xenofobo, e l’individualismo nazionalista di coloro che vedevano nel partito di Berlusconi il nuovo “miracolo italiano”; per non parlare dello scopo principe: la demonizzazione feroce di qualsivoglia ideologia riconducibile alla sinistra; la manipolazione mentale nella creazione di un fantasmatico “nemico comunista”. Questi individui – data la loro posizione lavorativa aziendale – avrebbero garantito almeno una decina di “adepti” votanti i quali, col tempo, avrebbero loro stessi garantito una ”struttura piramidale” di altri voti proporzionalmente sempre maggiore, in modo tale da formare un “bacino d’ utenza” assicurato.
Durante il periodo elettorale questo schema si ripete centinaia di migliaia di volte sotto l’attenta supervisione dei “delegati” di partito; infatti nel sistema plebiscitario italiano nulla è lasciato al caso: il seggio elettorale è “presidiato” (sorta di “presidio intimidatorio”) da membri del partito di maggioranza circoscrizionale, i quali non solo sanno chi vota chi con dettagliata accuratezza, ma controllano anche che le schede bianche e le nulle siano comprate e vendute secondo una spartizione precedentemente stipulata equamente tra le fazioni minoritarie all’interno del partito di maggioranza. Facile immaginare con quale rapidità questi individui selezionati abbiano fatto carriere fulminanti, se uomini; e di come l’avvenenza fisica ed una certa propensione alla lascivia, all’impudicizia, alla dissolutezza abbia avuto il suo peso, se donne.
Se non fosse per il ricorrere alla truffa in ogni modo possibile – è nel DNA italico – , allora ci si ricorderebbe come viene incoraggiato questo aspetto della cultura nostrana nella migliore tradizione della commedia all’italiana solamente per farsi due risate: il super-citato episodio di “Totò truffa 62″, dove Totò organizza la truffa della vendita della fontana di Trevi al malcapitato pollo oriundo, con la complicità di Nino Taranto, è la quintessenza della furbizia arrogante sfruttata soprattutto dai complici del governo del premier.
Capita così di essere testimoni di come ad esempio l’elezione dell’attuale sindaco di Roma sia stata giocata tutta sulla paura che l’extracomunitario violento avrebbe suscitato nella popolazione indifesa chiamata a “farsi giustizia da sola”; e le solide infiltrazioni dell’estrema destra xenofoba, razzista, intollerante e “giustizialista” nel governo hanno fatto il resto.
Se si passa un’ordinaria giornata su un qualsiasi mezzo pubblico della Capitale perciò, non è da escludere un episodio del genere: sale sul mezzo un senza fissa dimora, magari che ha alzato un tantino il gomito e comincia ad infastidire i passeggeri (forse perché irritato da considerazioni non proprio amichevoli in generale); prima chiedendo qualche spicciolo, poi, vista la crescente e diffusa intolleranza , inizia ad essere aggressivo e tenta la rissa; il provvidenziale quanto attento e tempestivo intervento dell’autista pone fine alla questione, senza troppe conseguenze. Il bello viene dopo però: generalmente sono sempre le persone anziane che cominciano a fare commenti ad alta voce con frasi del tipo: ” Ecco ‘sta ggente ha trovado ‘a cuccagna ‘n Itajia: io ‘i sbatterebbe tutti ‘n galera e butterebbe ‘a chiave“. Oppure: “Io l’ammazzerebbe tutti ‘sti dilinguendi“. Carinerie di questo tipo. Segue ovviamente dibattito sull’autobus con i passeggeri sempre più imbestialiti, che esternano tutta la loro rabbia e frustrazione verso chi non è italiano, bianco e cattolico.
Questi comportamenti popolari sono utilizzati da coloro che verrebbero definiti “facili demagoghi”; cioè l’intercettare immediatamente la rabbia dei cittadini affinché si raggiunga un livello di intolleranza talmente alto da invocare fascisticamente la violenza brutale come unica soluzione possibile; questi comportamenti sono altresì pagati profumatamente da coloro che vogliono manipolare la “pancia” dell’elettorato, attraverso appunto finti pensionati (in realtà feroci fanatici del premier) messi lì dalle cosche per “sondare” il malessere generalizzato. Non sorprenderebbe vedere il finto “extracomunitario” e la finta “pensionata chiacchierona e arrabbiata” spartirsi la mazzetta elargita a piene mani dal politico berlusconizzato* lontano da occhi indiscreti dopo, a fine corsa, con susseguenti lazzi, frizzi, risate e pacche sulle spalle.
Ecco cosa significa essere i soggetti di film come “Totò truffa 62″; gli italiani presi nella loro interezza truffaldina. D’altronde l’esempio del ricorrere all’essere fuorilegge viene dall’alto: il premier dichiarò che evadere le tasse era un “diritto” in una burocrazia soffocante e pervasiva come quella italiana.
Altro delirio governativo aggiornato a questo fine agosto 2011 arroventato, da parte del ministro della Semplificazione Calderoli – un individuo con seri problemi di tenuta psichica -, si evince dall’articolo di Repubblica del 26 agosto, dal titolo “Manovra, Lega inventa patrimoniale su evasione”. In un passaggio si legge: “Il ministro leghista però offre anche un piccolo spiraglio sulle pensioni. Non si toccano quelle di chi ha lavorato ma ‘dovremo intervenire su quelle di reversibilità con assegni molto elevati’. Inoltre interventi sugli assegni di accompagnamento che oggi vengono concessi senza considerare il reddito’ “.
In pratica una badante immigrata che ha avuto la fortuna di trovare un lavoro, ha accudito per molti anni gli anziani nelle famiglie, dando una mano fondamentale nell’economia domestica italica, verrebbe sbattuta fuori dal Paese in quanto impossibilitata a guadagnare uno stipendio mensile, dopo una vita passata ad aiutare chi ha bisogno; e se il datore di lavoro si innamora e sposa chi lo ha amorevolmente accudito, poniamo, questi ultimi non avrebbero diritto a un sostegno economico concordato magari in precedenza con chi usufruisce di tali servizi. E le vedove? Gli orfani? Ancora una volta la componente razzista, xenofoba, fascistizzata* dell’elettorato italiano, è accontentata: poi uno dice che gli italiani non si occupano più di politica.
Un pò come il ricatto del “papello” che Totò Riina fece pervenire per vie traverse all’attenzione del premier: se le “richieste” non verranno legiferate, facciamo saltare il governo. Infatti il premier è ancora saldamente incollato alla poltrona.
*Berlusconizzato/i *Componente razzista, xenofoba, fascistizzata. Repetita iuvant. Se lo sai li combatti.
Marco Rossi.
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