L’ACQUA METEORICA VIENE ASSORBITA MEGLIO IN PROFONDITA’ SE IL TERRENO E’ STATO COLTIVATO IN MODO BIOLOGICO.
Potenziale di assorbimento del terreno coltivato in modo biologico è del 39% migliore rispetto ai terreni coltivati in modo convenzionale.
Nell’ottobre 2007, il Parlamento europeo e il Consiglio hanno adottato una direttiva sulla valutazione e la gestione dei rischi di inondazione. Una volta stimati i rischi dei bacini idrografici e dei territori circostanti, gli Stati membri dovranno adottare provvedimenti adeguati e coordinati per ridurne gli effetti.
Sembra però, a tre anni di distanza che questa normativa non sia stata minimamente presa in considerazione.
Il governo tedesco – invece – prevede che il 20% delle superfici agricole nei prossimi anni dovranno essere convertite al biologico.
Non si tratta solo di una strategia di politica agraria, ma di un espediente per garantire un migliore equilibrio degli ecosistemi e prevenire le inondazioni. Una strategia decisamente più economica rispetto agli interventi straordinari di manutenzione che lo Stato Federale negli ultimi anni ha dovuto affrontare.
Uno studio del Julius Kühn-Instituts conferma che il potenziale di assorbimento del terreno coltivato in modo biologico è del 39% migliore rispetto ai terreni coltivati in modo convenzionale.
Una performance che si spiega con un tasso di infiltrazione superiore del 83%, per via di una migliore porosità degli strati di terra. In caso di forti precipitazioni l’acqua piovana viene assorbita più rapidamente in profondità.
Alla luce degli eventi inondativi, nella Regione Veneto, sarebbe giusto “premiare chi ha coltivazioni biologiche”, e penalizzare gli evasori fiscali che hanno sottratto risorse per rafforzare i corsi di acqua.
Il governo italiano dovrebbe prendere esempio da quello tedesco (pur non essendo un governo ecologico-progressista), ma i governanti italiani sono in tutt’altre faccende affaccendati.
I governatori, regionali e nazionali, dovrebbero monitorare le zone di “agricoltura biologica”, quantomeno per avere una mappa dove è piu’ grande il rischio, e nella stessa mappa individuare le zone “prive di agricoltura biologica”, e quindi programmare un futuro piu’ sereno, dove incentivare le stesse colture.
Precedenti normativi a livello europeo, come ad esempio il Consiglio di Goteborg, ha dato indicazione per un uso razionale delle risorse naturali, la salvagurdia globale dell’ecosistema, una prosperità economica finalizzata ad una equilibrata organizzazione sociale..
Gli stessi principi sono stati confermati in seguito e ribaditi nel vertice del Consiglio Europeo di Barcellona nel 2002, dove venne affermata l’importanza del VI° Piano d’Azione Ambientale europeo in materia di ambiente.
Il Consiglio di Goteborg, riunito in sessione straordinaria, è stata basato sulla necessità di integrare la dimensione sociale dello sviluppo, definita nella Strategia di Lisbona, con gli aspetti della sostenibilità ambientale.
Lo stesso Consiglio stabilì che: Lo sviluppo sostenibile, ossia “soddisfare i bisogni dell’attuale generazione senza compromettere quelli delle generazioni future” dovesse essere un obiettivo fondamentale fissato dai trattati.
Le politiche economiche, sociali e ambientali venissero affrontate in modo sinergico, considerando la sinergia non soltanto tra queste tre politiche, ma anche tra la UE e tutti gli Stati terzi, essendo lo sviluppo sostenibile un obiettivo globale.
La visione dovesse essere di lungo termine: questo soprattutto affinché obiettivi chiari, stabili e di lungo termine potessero creare quelle aspettative e quelle condizioni necessarie perchè le imprese e le attività economiche in generale abbiano fiducia di investire in soluzioni innovative e possano creare nuovi lavori di alta qualità.
In questi contesti è necessario sganciare l’impatto ambientale dalla crescita economica. Tutelare l’ambiente non significa necessariamente operare tagli a crescita e consumi. Elevati standard ambientali possono rivelarsi un motore di innovazione che apre nuovi mercati e nuovi sbocchi economici.
Imprese e cittadini risponderanno con innovazioni tecnologiche e manageriali che sproneranno crescita, competitività, redditività ed occupazione.
VERSAMENTO DI SOSTANZE PERICOLOSE, VALORI LIMITE E NITRATI
Per preservare l’ambiente acquatico sono stati introdotti limiti vincolanti per lo scarico e lo sversamento di sostanze pericolose. Queste direttive riguardano sostanze prioritarie che devono essere oggetto di una particolare attenzione, segnatamente i nitrati prodotti dall’agricoltura, che costituiscono una fonte di inquinamento, nonché le sostanze chimiche tossiche che possono minacciare le acque di superficie.
Ci chiediamo quindi se i governanti italiani, facciano tesoro dei consigli dei loro “colleghi tedeschi” stanziando risorse per ripristinare i terreni biologici, e configurare il futuro delle nuove generazioni rispondenti a standard di umana vivibilità.
Giorgio De Santis
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