RIQUAILIFICAZIONE ENERGETICA DEGLI EDIFICI.
BONUS 55%: LA LOGICA ED I NUMERI SONO PER IL RINNOVO.
Confindustria FINCO per la proroga di una giusta e
necessaria misura di politica industriale ed ambientale
Milano, 25 Ottobre 2010 – Nell’ambito dell’odierna Giunta ed alla presenza del Sottosegretario allo Sviluppo Economico Stefano Saglia, i vertici di Confindustria FINCO (Federazione delle Industrie, Prodotti, Impianti e Servizi per le Costruzioni) sono tornati a chiedere a gran voce al Governo la proroga del Bonus del 55% per la riqualificazione energetica degli edifici oltre la scadenza attualmente stabilita al 31 Dicembre 2010.
“Non vi sono motivazioni economiche, sociali o industriali per attendere oltre”, afferma Cirino Mendola, Presidente di Confindustria F.IN.CO. “È singolare che una misura di politica industriale di rilevante, positivo e verificato riscontro sotto vari aspetti non venga rinnovata, ed anzi ampliata a settori attualmente esclusi, come ad esempio le schermature solari. Il mondo industriale mal comprenderebbe una mancata conferma o una rimodulazione al ribasso del bonus pur nei presenti vincoli di bilancio.”
I dati disponibili hanno evidenziato, attraverso un’analisi complessiva costi-benefici effettuata sia dal punto di vista economico che da quello sociale, l’effetto positivo di cui l’intero Sistema Paese ha potuto beneficiare nel periodo di applicazione delle detrazioni del 55% (anni che vanno dal 2007 ad oggi).
Infatti, a fronte di un ammontare totale dell’investimento, calcolato sulla base di tutti gli interventi realizzati da parte della collettività, di 11.100 milioni di euro e quindi di 6.110 milioni di mancato gettito fiscale per le casse dell’Erario, vi sono stati 3.100 milioni di risparmio energetico nonché 3.250 milioni di gettito fiscale aggiuntivo derivante dai maggiori investimenti e dall’emersione del sommerso (IRES, IRPEF, INPS, INAIL, etc).
Solo questi ultimi due dati basterebbero a bilanciare il costo sostenuto dallo Stato in termini di minori imposte in entrata (6.350 in; 6.110 out); ciò senza contare l’incremento del valore del patrimonio immobiliare nazionale di oltre 4.000 milioni di euro, per effetto delle migliorie apportate.
E senza considerare gli ulteriori vantaggi di carattere generale quali il sostegno all’occupazione, l’impulso all’innovazione tecnologica ed in generale alla filiera delle industrie delle costruzioni, l’incremento del comfort degli immobili e quindi le minori spese sanitarie ipotizzabili, l’implementazione del mix energetico nazionale nonché la forte riduzione di emissioni di CO2, aspetto quest’ultimo che diventa particolarmente rilevante nell’ottica degli impegni che il Governo Italiano ha preso in sede Comunitaria.
Se invece il rinnovo venisse negato, si determinerebbe l’interruzione del processo di innovazione tecnologica e di efficientamento energetico in atto; si verificherebbe un’inversione di rotta per quanto riguarda il crescente risparmio energetico, la riduzione di emissioni di CO2 e la sempre più diffusa cultura ambientale. In ultimo, ma sicuramente non per ordine di importanza, il mancato rinnovo provocherebbe un aggravio per le casse dello Stato a partire dal 2011.
Nata nel 1994, FINCO (Federazione Industrie, Prodotti, Impianti e Servizi per le Costruzioni) è la Federazione Nazionale di settore di Confindustria che rappresenta le industrie dei comparti produttivi di beni, servizi ed opere specialistiche per le costruzioni. FINCO aggrega attualmente 33 Associazioni Nazionali di Categoria, in rappresentanza di un comparto di circa 20.000 imprese e di 550.000 addetti, per un fatturato aggregato pari a 50 Miliardi di Euro.
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