“ALL’OMBRA DEL COLOSSEO”. APPUNTAMENTO CONTRO LA VIOLENZA SULLE DONNE CON IL LIBRO DI ELENA DONI “IL VOLTO CANCELLATO”
“All’Ombra del Colosseo” – Martedì 31 agosto, ore 19.00
Parco del Celio – via di San Gregorio – Roma
Ritornano i salotti letterari di “All’Ombra del Colosseo” con “Il Volto Cancellato” (Mondadori Editore) di Elena Doni. Il libro, oggetto di una recente campagna di sensibilizzazione del Ministero della Gioventù contro la violenza sulle donne, viene presentato martedì al Parco del Celio. Attraverso il racconto della vita di Fakhra Younas, giovane donna pakistana divenuta il simbolo e la portavoce delle donne sfigurate con l’acido nel sudest-asiatico dai propri uomini, l’autrice traccia la storia e la cultura del Pakistan.
All’evento saranno presenti, tra gli altri: Deborah Bergamini, giornalista e deputata Pdl, Fakhra Younas, il chirurgo plastico Valerio Cervelli, il Dott. Fabio Massimo Abenavoli, specialista in chirurgia plastica e maxillo-facciale e presidente di Smile Train Italia Onlus e Cinzia Pellegrino, presidente dell’Associazione Morrighan Donne.
L’appuntamento è un’occasione per parlare di diritti infranti, di leggi da cambiare ma anche dell’estesa rete di solidarietà che ha accompagnato il cammino di questa giovane donna.
In Pakistan il “delitto d’onore” viene tollerato, anche se non ufficialmente perché le leggi dello stato lo proibiscono, e molto spesso dunque non c’è punizione per chi uccide la propria moglie o per chi decide di cancellare per sempre il volto di mogli, figlie o amanti.
“Il volto cancellato” oltre ad essere il racconto di una delle tante storie di donne sfregiate con l’acido solforico, in Pakistan come in India e in Bangladesh è anche la storia di un amore, quello di Fakhra e l’ ex deputato al Parlamento del Punjab, appartenente ad una delle famiglie più potenti del Paese, quella di Ghulam Mustafa Khar.
Nel corso della presentazione verrà proiettato “Il primo schiaffo”, il cortometraggio di Corrado Ceron, vincitore del concorso cinematografico Action for Women, ideato dall’On. Deborah Bergamini e organizzato da Camera dei Deputati, in collaborazione con Google, Consiglio d’Europa, Biennale di Venezia, Centro Sperimentale di Cinematografia e Cinecitta Holding.
IL VOLTO CANCELLATO
“Il Volto Cancellato” (Mondadori Editore) di Elena Doni, attraverso il racconto della vita di Fakhra Younas, giovane donna pakistana divenuta il simbolo e il portavoce delle donne acidificate nel sudest-asiatico, traccia la storia e la cultura del Pakistan, dove le danzatrici costituiscono una fonte di denaro per le famiglie d’appartenenza.
Il libro è l’occasione per parlare di diritti infranti, di leggi da cambiare ma anche dell’estesa rete di solidarietà che ha accompagnato Fakhra.
‘Beati i poveri di spirito, i muti, coloro che piangono, coloro che hanno fame e sete di giustizia, i misericordiosi, i poveri di cuore, i pacifisti’, Gesù predicò di porgere l’altra guancia e Fakhra non solo porge l’altra guancia ma volta pagina rispondendo con amore all’odio e alla vendetta.
La Legge Islamica permette agli uomini di avere fino a quattro mogli a patto di dedicare loro uguale tempo. In Pakistan il “delitto d’onore” è tollerato(anche se non ufficialmente perché le leggi dello stato lo proibiscono) poiché è un’antica usanza tribale e il governo spesso non ha le forze(o ha paura di creare disordini) per intervenire. Spesso dunque non c’è punizione per chi uccide la propria moglie o per chi liberamente decide di cancellare per sempre il volto delle mogli, figlie o delle proprie amanti.
“Il volto cancellato” , oltre ad essere la storia delle donne sfregiate con l’acido solforico, in Pakistan come in India e in Bangladesh, è anche la storia di un amore, quello tra Fakhra e l’ ex deputato al Parlamento del Punjab, appartenente ad una delle famiglie più potenti del Pakistan, Ghulam Mustafa Khar. E’ la storia delle danzatrici del Pakistan, del valore della donna nel sud est asiatico, della religiosità, dell’amore che crea e poi distrugge, dell’odio che raggiunge picchi così inconsulti da infrangere le regole del bene e della razionalità. Fakhra, divenuta madre a 16 anni e dopo mesi vissuti nel lusso conquistato grazie al suo lavoro di danzatrice, baratta libertà e ricchezza in cambio dell’amore.
Ora ha 26 anni, un volto da ricostruire, un figlio da crescere e tante storie da raccontare. La sua è la storia di tante donne pakistane.
Elena Doni nel corso del racconto della protagonista trasmette come in un reportage, notizie e dati statistici sul Pakistan. Attraverso la narrazione di Fakhra emerge la bellezza di una donna, semplice, forte e risoluta.
“Nascere donna in Pakistan e soprattutto essere povera significa venire al mondo con una strada già segnata. L’analfabetismo in Pakistan è la regola non l’eccezione. Almeno l’80% delle donne pakistane subisce violenze domestiche; in Pakistan ci sono i feudal lord, grandi proprietari terrieri, oggi circa 7.000 che sono immensamente ricchi e potenti e che amministrano anche il potere giudiziario. Iubal dal 1995, anno in cui è stato assassinato, è diventato il simbolo dei bambini schiavi nel mondo”; queste sono alcune delle notizie che l’autrice trasmette nel corso del racconto di Fakhra. Dopo mesi di segregazione, di sofferenza ma anche di molteplici dimostrazione di affetto, Fakhra riesce a raggiungere l’Italia, unico paese disposto a darle ospitalità, grazie all’intervento di Clarice Felli, fondatrice di un’organizzazione chiamata Smileagain che assiste le donne del sud asiatico bruciate con l’acido, l’Onorevole Carla Rocchi, sottosegretario alla sanità nel 2001 e al chirurgo plastico Valerio Cervelli che con la sua equipe’ grazie a una serie di interventi di ricostruzione e di chirurgia plastica, stanno cercando di restituirle un volto.
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