Così, di recente gli autisti delle auto-blu di vari ministeri si sarebbero potenzialmente auto-assolti preventivamente da possibili infrazioni del codice stradale: come passare con il semaforo rosso; superare un veicolo a destra nella propria corsia di marcia; superare un veicolo a sinistra nella propria corsia di marcia quando la doppia linea di mezzadria è ben visibile; utilizzare la corsia d’emergenza senza avvisatore acustico o lampeggiante; superare un autobus a sinistra mentre quest’ultimo è in posizione di fermata e sta facendo scendere i passeggeri (infrazione gravissima ignorata praticamente da tutti i guidatori) ed altre amenità: i punti della patente di guida saranno intonsi e virginali come educande nei migliori collegi tenuti da religiosi ed in religioso silenzio demandate. Avvicinati ed intervistati da giornalisti televisivi sulla faccenda lo scoramento è palpabile da parte dello spettatore, in quanto il muro di gomma e la totale omertà si spettacolarizza tragicamente, le facce imbarazzate, il linguaggio corporeo aggressivo, le loro auto costantemente tenute in perfetto stato laddove le denunce di privilegi di casta non hanno posto: le verbalizzazioni sono al massimo monosillabiche, il silenzio tombale.
Quante devono averle viste gli autisti delle auto-blu, e sopratutto sentite; verrebbe in mente la sequenza del film “Compagni di scuola ” (la versione Italica dello Statunitense “Il Grande Freddo “) di Carlo Verdone , dove la parte del politico cinico, approfittatore, e tutto sommato servo di coloro che gli certificano l’esistenza politica da sottosegretario garantendogli voti in parte comprati con prebende ed in parte rilevati attraverso vere e proprie estorsioni, viene affidata a Massimo Ghini il quale in un atto di interessata generosità presta la sua auto-blu al personaggio di Verdone (“così fai bella figura”) per andare a prendere la sua innamorata, corredata con autista; costui, esprimendo una fredda verità radicata in decenni e decenni di “onorato servizio” ed obbedienza, vocalizza la battuta: “Un autista di un politico non può che essere una tomba” quando scopre che l’innamorata del personaggio di Verdone sposato, è in realtà una minorenne di famiglia ricchissima: quanta ingenuità e mellifluo candore più di 20 anni fa.
La solitudine di una Stella . Qualche giorno addietro la programmazione di Mtv ci ha offerto un documento visivo non irrilevante nel contesto musica-spettacolo: una lunga video-intervista di Britney Spears. Britney: for the record, (Britney: per la cronaca ). Un esempio di sfruttamento mondiale del mezzo audiovisivo per giustificare e ridurre al silenzio le malelingue dopo anni di attacchi spietati circa la tenuta psicologica della mente di Britney in netta collisione con una realtà da lei fortemente agognata ma che dopo anni di popolarità planetaria le si è ritorta contro, relegandola in effetti in un luogo di “prigione dorata” paradossale: la stella che brilla nel firmamento dei ricchi e famosi viene offuscata precisamente da quella lucentezza che tutto acceca, l’obnubilamento della coscienza nel raggiungimento del potere mediatico al proprio servizio che ti rende visibile 24 ore su 24 alla fine ti cancella come essere umano; la tua immagine “vera” è quella offerta solo ai teleutenti, mentre quella “umana” Britney vorrebbe fosse cancellata per sempre in nome di un impossibile ritrovato anonimato; la propria identità all’obbedienza assoluta del dio dollaro, ed il silenzio della propria coscienza venduto oramai alle fluttuazioni borsistiche della propria popolarità. Colpisce visivamente, in termini di narrativa mediatica ed estetica quanto il destino delle Stelle nell’universo del mondo dello spettacolo cercato e fantasticato da milioni e milioni di giovani sembrerebbe lo stesso di coloro che di tale visibilità hanno un assoluto terrore, che vivono nella latitanza e nella paura di essere riconosciuti ed arrestati dalle polizie di tutto il mondo: questa, forse, è la consapevolezza parallela che ha distrutto la mente (e la Stella) di Britney per non farla più ritornare sulla Terra; lo stesso atteggiamento di assoluto delirio di distante onnipotenza.
Cattolica omertà, assenso secolare. Il recente e riuscito tentativo dei media mondiali capitanati inizialmente da i ben più liberi e critici quotidiani di cultura Anglo-Sassone, stanno rendendo consapevole un pubblico sempre più vasto e numeroso di lettori ed utenti dei media internazionali di ciò che sta lentamente affiorando in superficie circa lo scandalo senza precedenti di abusi sessuali subìti per moltissimi anni da fedeli e credenti da parte di religiosi che, manipolando le menti dei loro greggi di anime candide, individui bisognosi di affidare la loro fede a pastori di sentimenti irrazionali, renderanno questi individui marchiati a vita da traumi psichici di proporzioni gigantesche; nulla di più facile approfittare di innocenti preadolescenti – anzi pre-preadolescenti – i quali porteranno questa ferita invisibile, il marchio della vergogna, lo smacco della colpa propugnata da secoli di cultura biblica onnicomprensiva, onnipresente ed onnisciente nel loro cuore per molti decenni; una cultura radicata nel più assoluto silenzio idealizzato all’inizio come vero legame tra l’umano ed il Divino, silenzio meditativo attorno alla conoscenza rivelata del Peccato e dell’Atto Originale, la cacciata dall’Eden proprio perché la scissione tra il Divino e l’umano si compie nell’ubbidienza-disubbidienza mortale, tale ubbidienza verrà susseguentemente sempre cercata dagli esseri umani e mai raggiunta se non attraverso un atto di fede unico e paradossale, in questo caso la spoliazione della propria intimità così raggiunta e violata con l’inganno, metaforicamente affogata nelle lacrime silenti ed urla inespresse di chi sa tace ed ubbidisce. Supponiamo adesso che quest’ultimo paradigma si sviluppi all’interno di un contesto di “sistema gelatinoso” come l’attuale sistema socio-politico che tutto fagocita; finché tutto è relativo, finché tutto è relativizzato cioè, finché tutto è precarizzato ciò ha il suo impatto devastante, e non può che crescere continuamente su tale terreno, un terreno non più della rappresentanza ma della rappresentazione: se si è sfiorati seppure molto marginalmente da tale sistema, il ricatto della conoscenza diviene omertà, l’informazione è sottratta dal suo significato originale per farsi silenzio reverenziale ed ubbidienza assoluta in virtù di tale ricatto.
Non lo poteva sapere Britney Spears all’inizio della sua carriera stellare, non lo potevano immaginare gli autisti delle auto-blu ministeriali, intrappolati a mostrare tragicamente ed ubbidientemente la rappresentazione omertosa di tale sistema.
Marco Rossi.
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