FESTA DEL 1° MAGGIO, ALL’INSEGNA DEL FEMMINILE. SABRINA IMPACCIATORE PRESENTA IL CONCERTONE DI S. GIOVANNI, METTENDO IN RISALTO LE ESPERIENZE DELLE DONNE.
E’ utile ricordare la storia ed il significato storico del primo maggio, che, almeno negli ultimi decenni non viene più ricordata dai media. Considerando che la nostra Repubblica è fondata sul lavoro, come recita il Primo articolo della nostra Costituzione, mi sembra utile ricordare le motivazioni principali di questa “festa” che come la festa delle donna ha segnato la morte di molte persone, perite per rivendicare diritti, che purtoppo ancora oggi non sembrano essere affermati compiutamente.
Sabrina Impacciatore, – che presenterà il concertone di piazza S.Giovanni – ha chiesto la collaborazione di tutte le donne che volessero raccontare la propria esperienza, positiva o negativa, nel proprio contesto lavorativo: le e-mail più toccanti ed emblematiche , giunte all’indirizzo sabrina@primomaggio.com saranno lette dal palco nel corso della giornata.
La storia del primo maggio nasce all’insegna di proporre e gestire la giornata, le 24 ore in “Otto ore di lavoro, otto di svago, otto per dormire” questo slogan fu coniato in Australia nel 1855, e fu condiviso dalla maggior parte del movimento sindacale organizzato e quindi dei lavoratori del primo Novecento. Il Primo Maggio non sarebbe una festa senza il nostro consueto contesto legato al tema artistico. Vi chiediamo quindi di scegliere un colore e una parola ad esso associata e di spiegarci come riflettono il vostro modo di vedere il Concertone.
In questo modo si tracciò la strada per rivendicazioni generali, incontrandosi un giorno tutti insieme, il primo Maggio, appunto, in cui tutti i lavoratori potessero vedersi per esercitare una forma di lotta e per affermare la propria autonomia e indipendenza.
La storia del primo Maggio rappresenta, oggi, il segno delle trasformazioni che hanno caratterizzato i flussi politici e sociali all’interno del movimento operaio dalla fine del secolo scorso in poi.
L’Associazione internazionale dei lavoratori – la Prima Internazionale – riunito a Ginevra nel settembre 1866, sancì una proposta concreta: “otto ore come limite legale dell’attività lavorativa”.
Le organizzazioni dei lavoratori statunitensi, contribuirono in modo determinate a creare un grande movimento di lotta sulla questione delle otto ore furono . Lo Stato dell’Illinois, nel 1866, approvò una legge che introduceva la giornata lavorativa di otto ore, ma con limitazioni tali da impedirne l’estesa ed effettiva applicazione.
L’entrata in vigore della legge era stata fissata per il 1 Maggio 1867 e per quel giorno venne organizzata a Chicago una grande manifestazione. Diecimila lavoratori diedero vita al più grande corteo mai visto per le strade della città americana.Nell’ottobre del 1884 la Federation of Organized Trades and Labour Unions indicò nel 1 Maggio 1886 la data limite, a partire dalla quale gli operai americani si sarebbero rifiutati di lavorare più di otto ore al giorno.
1886: I “martiri di Chicago” Il 1 Maggio 1886 cadeva di sabato, allora giornata lavorativa, ma in dodicimila fabbriche degli Stati Uniti 400 mila lavoratori incrociarono le braccia.
Nella sola Chicago aderirono allo sciopero e parteciparono al grande corteo in 80 mila.
La manifestazione fu pacifica, ma nei giorni successivi scioperi e manifestazioni proseguirono e nelle principali città industriali americane e la tensione fu sempre più alta.
Sotto il fuoco della polizia, il lunedì contro i dimostranti radunati davanti ad una fabbrica per protestare contro i licenziamenti, morirono quattro lavoratori.
Il giorno seguente fu indetta una manifestazione dopo, durante la quale, mentre la polizia si avvicinava al palco degli oratori per interrompere il comizio, fu lanciata una bomba.
La polizia aprì il fuoco sulla folla, e morirono otto lavoratori e numerosi furono i feriti.
Il giorno dopo a Milwaukee la polizia sparò ancora contro i manifestanti (operai polacchi) provocando altre nove vittime. Una feroce ondata repressiva si abbatté contro le organizzazioni sindacali e politiche dei lavoratori, le cui sedi furono devastate e chiuse e i cui dirigenti vennero arrestati.
Otto noti esponenti anarchici, furono condannati a morte, per i fatti di Chicago malgrado non ci fossero prove della loro partecipazione all’attentato. Due di loro ebbero la pena commutata in ergastolo, uno venne trovato morto in cella, gli altri quattro furono impiccati in carcere l’11 novembre 1887. Il ricordo dei “martiri di Chicago” era diventato simbolo di lotta per le otto ore e riviveva nella giornata ad essa dedicata: il 1 Maggio.
1890: 1 maggio, per la prima volta manifestazione simultanea in tutto il mondo
Il 20 luglio 1889 il congresso costitutivo della Seconda Internazionale, riunito a Parigi, decise che “una grande manifestazione sarebbe stata organizzata per un giorno stabilito, in modo che simultaneamente i tutti i paesi e in tute le città, i lavoratori avrebbero chiesto alle pubbliche autorità di ridurre per legge la giornata lavorativa a otto ore“. La scelta cadde sul primo Maggio dell’anno successivo, appunto per il valore simbolico che quella giornata aveva assunto. In Italia come negli altri Paesi il grande successo del 1 Maggio, concepita come manifestazione straordinaria e unica, indusse le organizzazioni operaie e socialiste a rinnovare l’evento anche per 1891 Nella capitale la manifestazione era stata convocata in pazza Santa Croce in Gerusalemme, nel pressi di S.Giovanni. La tensione era alta, ci furono tumulti che provocarono diversi morti e feriti e centinaia di arresti tra i manifestanti. Nel resto d’Italia e del mondo la replica del 1 Maggio ebbe uno svolgimento più tranquillo. Lo spirito di quella giornata si stava radicando nelle coscienze dei lavoratori.
Il primo maggio durante il fascismo
Nel nostro Paese il fascismo decise la soppressione del 1 Maggio, che durante il ventennio fu fatto coincidere il con la celebrazione del 21 aprile, il cosiddetto Natale di Roma. Mentre la festa del lavoro assume una connotazione quanto mai “sovversiva”, divenendo occasione per esprimere in forme diverse (dal garofano rosso all’occhiello, alle scritte sui muri, dalla diffusione di volantini alla riunione in osteria) l’opposizione al regime. Il 1 Maggio tornò a celebrarsi nel 1945, sei giorno dopo la liberazione dell’Italia.
La pagina più sanguinosa della festa del lavoro venne scritta nel 1947 a Portella della Ginestra, dove circa duemila persone del movimento contadino si erano date appuntamento per festeggiare la fine della dittatura e il ripristino delle libertà, mentre cadevano i secolari privilegi di pochi, dopo anni di sottomissione a un potere feudale.
La banda Giuliano fece fuoco tra la folla, provocando undici morti e oltre cinquanta feriti. La Cgil proclamò lo sciopero generale e puntò il dito contro “la volontà dei latifondisti siciliani di soffocare nel sangue le organizzazioni dei lavoratori”. La strage di Portella delle Ginestre, secondo l’allora ministro dell’Interno, Mario Scelba, chiamato a rispondere davanti all’Assemblea Costituente, non fu un delitto politico. Ma nel 1949 il bandito Giuliano scrisse una lettera ai giornali e alla polizia per rivendicare lo scopo politico della sua strage. Il 14 luglio 1950 il bandito fu ucciso dal suo luogotenente, Gaspare Pisciotta, il quale a sua volta fu avvelenato in carcere il 9 febbraio del 1954 dopo aver pronunciato clamorose rivelazioni sui mandanti della strage di Portella.
Oggi, dopo le profonde trasformazioni sociali, il mutamento delle abitudini, la progressiva omogeneizzazione delle abitudini hanno profondamente cambiato il significato di una ricorrenza che aveva sempre esaltato la distinzione della classe operaia. Il modo di celebrare il 1 maggio è quindi cambiato nel corso degli anni. Comunque resta molto attuale la caduta dei morti sul lavoro. I sindacati unitari, Cgil, Cisl, Uil, da diversi anni hanno scelto di celebrare la giornata del 1 Maggio promovendo una manifestazione nazionale dedicata ad uno specifico tema.
E’ diventato un appuntamento anche il tradizionale concerto rock che i sindacati confederali organizzano in piazza San Giovanni a Roma. Il Concerto del Primo Maggio 2010 è pronto a invadere P.zza San Giovanni e le case di tutta Italia con “Il Colore delle Parole“, il tema artistico di quest’anno.
Baustelle, Samuele Bersani, Edoardo Bennato, Nina Zilli e Massimo Ranieri si aggiungono al cast precedentemente annunciato, composto da Vinicio Capossela, Carmen Consoli, Paolo Nutini, Simone Cristicchi, Roy Paci & Aretuska, Beautiful, ensamble composto da Gianni Maroccolo, Cristiano Godano, Luca Borgia, Riccardo Tesio e Howie B, Tre Allegri Ragazzi Morti, Funk Off, Beppe Voltarelli e Alfio Antico, Bud Spencer Blues Explosion e Asian Dub Foundation.
In prima serata ci sarà uno dei più ambiziosi progetti della storia del Concertone: la Grande Orchestra Roma Sinfonietta composta da 61 elementi, diretta da Francesco Lanzillotta.
Ad aprire la lunga festa di musica di P.zza San Giovanni saranno i vincitori della rassegna Primo Maggio Tutto l’Anno che si esibiranno a partire dalle 15:15 dando il via all’Anteprima condotta da Paolo Belli..
Il tutto sotto la conduzione di Sabrina Impacciatore, prima donna che condurrà interamente la conduzione del Concertone.
Giorgio De Santis
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